
Pescara. La sezione di Italia Nostra Pescara ha inoltrato un esposto al Procuratore della repubblica presso il Tribunale di Pescara per una “urgentissima richiesta di sequestro e consulenza tecnica” relative alla demolizione del villino Rina in via Figlia di Iorio a Pescara.
“Si tratta di un edificio liberty progettato dall’Ingener Federman all’interno del piano Liberi del 1912 per il quartiere Pineta”, spiega Italia Nostra che sostiene: “L’attuale demolizione rappresenta un ulteriore colpo al nostro pregevole patrimonio storico che viene consentito dalle autorità preposte nonostante le continue dichiarazioni retoriche di fedeltà alla identità liberty e dannunziana della città. La demolizione e ricostruzione sarebbe stata autorizzata in variante ad un permesso di costruire del 2017 che già all’epoca, sulla base di un ricorso di Italia Nostra, era stato oggetto di un pronunciamento della Procura della Repubblica dichiarandone la erronea rappresentazione di luoghi e parametri edilizi; è quindi da accertarne la attuale validità, sia per questi rilievi che per il gran tempo trascorso. La attuale variante, altrimenti, sarebbe destituita di validità”.
“Quel che ancor più conta”, insiste Italia Nostra, “è che ci troviamo ancora una volta di fronte ad una nuova costruzione presentata come ricostruzione nonostante abbia volumi, sagoma, aspetto esteriore su strada, caratteri architettonici completamente diversi dagli originari ed in contrasto con l’intorno storico. Il Comune di Pescara sempre più spesso adotta questa discutibile equiparazione, ma qui, addirittura, ciò accade in zona storica, sottoposta a diversi vincoli. Lo stesso PRG detta norme che escludono la nuova costruzione ed essa non può essere fatta passare dalla finestra con interpretazioni capziose di leggi successive alla sua approvazione, non rivolte a simili casi ed in contrasto con la particolare qualità di questi luoghi. Infatti, oltre a trovarci a 300 metri dalla battigia, vige qui sia il d.m. 13/5/65 che classifica la zona come ‘di notevole interesse pubblico a fini paesistici’ che il vincolo indiretto ex art.45 d.lgs 42/4 /19; modifiche di sagoma e incrementi di volume devono per questo essere del tutto esclusi anche ai sensi di connessi pronunciamenti giurisprudenziali”.
L’Esposto chiede quindi che “si verifichi se Comune e Soprintendenza abbiano tutelato uno degli edifici storici che compongono la pregevole zona sottoposta a tutela. Per questo si chiede il sequestro del cantiere e la nomini un Consulente Tecnico del Pubblico Ministero per verificare i rilievi avanzati”. “L’azione legale si impone per frenare questa disinvolta piegatura della normativa vigente; ma ancor più è necessaria la crescita di una opinione pubblica che è contraria alla dilapidazione del patrimonio storico artistico della città e trova ogni modo per esprimersi: dalla apposizione di targhe sugli edifici storici all’intensa attività pubblicistica e convegnistica, sempre molto frequentata”, conclude Italia Nostra.



