
E’ stato depositato innanzi al Giudice di Pace di L’Aquila il primo di una lunga serie di ricorsi avverso le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione di L’Aquila per conto della Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila per asserita mancata disdetta delle prenotazioni delle visite sanitarie.
La caparbia utente che si è vista recapitare la cartella esattoriale dall’ADE di L’Aquila, non ha provveduto al pagamento delle somme di denaro ivi contenute, come forse si sarebbe aspettato l’ente pubblico e come già avvenuto in migliaia di altri casi. A contrario, l’utente ha deciso di non sottostare ad una richiesta ritenuta illegittima e per conseguenza ha adito la competente Autorità giudiziaria con il patrocinio dell’Avv. Prof.ssa Carlotta Ludovici, di nuova elezione a Consigliere Nazionale dell’Associazione dei Consumatori ADICU – aps – Ente Terzo Settore, già responsabile dello sportello di L’Aquila e membro della Commissione paritetica per Poste Italiane.
Nel caso specifico le richieste di denaro avanzate dalla Asl 1 per il tramite dell’Agente di Riscossione si riferiscono a visite sanitarie ed esami strumentali di fatto eseguiti, pertanto, alcuna disdetta delle prenotazioni andava fatta. E’ evidente, dunque, il tentativo di richiedere un doppio pagamento, da un parte per il ticket e dall’altra per la sanzione.
A ciò si aggiunga che trattasi di prenotazioni effettuate circa 10 anni fa, pertanto, abbondantemente prescritte. D’altronde, se non fosse stabilito un limite temporale ex lege, chiunque potrebbe richiedere il pagamento di somme, spesso non dovute, sine die. Oltrettutto, preme rilevare che il silenzio protratto nel tempo e l’invio diretto di un atto esecutivo contrastano con i principi e doveri di lealtà, trasparenza ed efficienza che ogni P.A. è tenuta a rispettare nei confronti dei cittadini.
Il problema delle cartelle esattoriali de quibus, simpaticamente appellate dai cittadini “cartelle pazze”, è stato affrontato anche nelle sedi politiche ed in particolare in Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo lo scorso 20 marzo. L’allora Direttore Generale p.t. della Asl 1, Prof. Romano Ferdinando, sostanzialmente non ha saputo fornire alcuna risposta adeguata rispetto a richieste di pagamento assolutamente “casuali”, pervenute qua e là, solo per recuperare evidentemente somme di danaro, anche se non dovute. La Asl 1 ha fornito risposte vaghe e certamente non esaustive, tuttavia la verità è lapalissiana, atteso che sono stati recapitati ad oggi oltre 150.000 avvisi di pagamento. Siamo di fronte, quindi, a richieste avanzate senza alcun criterio giuridicamente e fattivamente valido, considerato appunto il numero elevatissimo di persone raggiunte dalle stesse. In buona sostanza, i cittadini in questione sono stati ritenuti “colpevoli” senza che venisse considerato, invece, il singolo caso, come è giusto che sia. Si evidenzia oltretutto che per quanto dichiarato dai rappresentanti della ASL 1 all’epoca erano stati incassati più di due milioni e mezzo di euro.
La Asl 1 inoltre non ha fornito alcuna risposta in merito a come il cittadino possa dare prova di aver effettuato una disdetta telefonica, risalente al 2015, prassi seguita per anni. Non risultano, vieppiù, altre modalità obbligatorie di disdetta per gli anni di cui alla cartella impugnata. Si tratterebbe di sottoporre l’utente ad una probatio diabolica, con compressione, se non assoluta privazione, del diritto di difesa costituzionalmente garantito. Le contestazioni vanno effettuate nell’immediatezza e non quando, invece, l’asserito credito in molti casi è addirittura prescritto. L’ASL 1 aveva per di più l’onere di dimostrare l’effettiva comunicazione, chiara e preventiva, dell’obbligo di disdetta e delle sue conseguenze. Al contrario la paziente è stata raggiunta per la prima volta dalla cartella esattoriale in questione senza alcun previo preavviso bonario.
Pertanto, nel consigliare di effettuare per il futuro disdette in modalità telematica con la pretesa della ricevuta, si invitano tutti i cittadini a rivolgersi allo Sportello ADICU di L’Aquila per la presentazione di ricorsi in opposizione alle cartelle esattoriali in questione e tutelare quindi i propri diritti minati nelle sedi giudiziarie.



