
Martinsicuro ha reso omaggio a una figura storica e spirituale di grande importanza per la comunità: don Sigismondo Liberati, il primo parroco della chiesa Sacro Cuore di Gesù.
La parrocchia Sacro Cuore di Gesù, sotto la guida dell’attuale parroco don Anselmo Fulgenzi, ha promosso e completato la posa di una lapide completamente nuova al cimitero di Martinsicuro. Questo gesto sottolinea il profondo legame e la gratitudine della città verso il suo passato.
Nato nel 1878 e spentosi nel 1954, don Sigismondo Liberati fu nominato parroco della nuova Parrocchia Sacro Cuore di Gesù nel 1923, in un periodo cruciale per la comunità. I lavori per la costruzione della navata centrale della chiesa, iniziati nel 1919, si sarebbero conclusi, dopo alcune interruzioni, nell’estate del 1926.
Don Sigismondo Liberati non fu solo il primo pastore della chiesa, ma anche un grande benefattore e un attivo promotore dell’arte e della cultura. Fu proprio lui che, tra il 1941 e il 1942, affidò al pittore sambenedettese Giuseppe Pauri (1882-1949), allievo di A. Carolis e L. Seitz, l’esecuzione del notevole ciclo pittorico della “Cappella del Messico” nella Basilica di Loreto.
Questa commissione testimonia la sua visione e il suo impegno nel valorizzare il patrimonio artistico e religioso, legando Martinsicuro a importanti realtà artistiche del territorio.
Inoltre, don Sigismondo Liberati fu sempre vicino ai pescatori di Martinsicuro, aiutandoli spesso nelle difficoltà della vita anche in termini economici.
La posa della nuova lapide tombale di don Sigismondo Liberati non è solo un atto di manutenzione, ma un tributo tangibile alla sua memoria e al suo lascito. È un modo per la comunità di Martinsicuro di riconoscere il ruolo fondamentale che Don Liberati ha avuto nella fondazione e nello sviluppo della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, e di mantenere viva la storia di coloro che hanno contribuito a plasmare l’identità spirituale e culturale della città. L’iniziativa di don Anselmo Fulgenzi rafforza il legame tra passato e presente, assicurando che il ricordo di figure come Don Sigismondo Liberati continui a essere un punto di riferimento per le generazioni future.