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Bimba con due mamme, “Nessuna propaganda, atto con rilevanza giuridica”

La replica del sindaco di Teramo

“Il riconoscimento formalizzato dal Comune di Teramo, nei giorni scorsi, da parte di una delle due mamme della bimba di Silvi, non è una mera “nota di riconoscimento”, come improvvidamente sostenuto dal capogruppo della Lega in consiglio comunale Berardo Rabbuffo, ma un atto pubblico di civiltà costituzionale e di assoluta rilevanza giuridica, che produce effetti pieni ed immediati. Atto che adesso dovrà solo essere obbligatoriamente annotato sull’atto di nascita della bambina da parte del Comune di residenza che, voglio precisare, nessuno ha mai attaccato. Il Comune di Teramo ha fatto ciò che era giusto e doveroso fare, limitandosi a riconoscere un diritto che trova fondamento nella Costituzione, come confermato nuovamente anche dalla sentenza 68/2025 della Corte Costituzionale, e a dargli attuazione. Come ho già ribadito più volte i diritti non si concedono, ma si garantiscono. Concetto che evidentemente sfugge sia al consigliere Rabbuffo che alla responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Abruzzo Carola Profeta, che invito entrambi a studiare ed informarsi meglio e a rispettare ed attuare la Costituzione”.

Così il Sindaco Gianguido D’Alberto in merito alle polemiche sollevate dai due rappresentanti della Lega sulla procedura di riconoscimento della bambina, da parte della madre intenzionale, formalizzato nei giorni scorsi al Comune di Teramo. Un atto sottoscritto in conformità alle normative vigenti e che produce fin dalla sua formalizzazione effetti giuridici a tutela del minore.

La normativa prevede infatti che il riconoscimento di un figlio possa avvenire sia contestualmente alla dichiarazione di nascita, sia successivamente, dinanzi all’Ufficiale dello Stato Civile di qualsiasi Comune, senza vincolo territoriale (art. 254 c.c.; art. 43 DPR 396/2000) e che una volta formato, venga trasmesso al Comune di iscrizione dell’atto di nascita – in questo caso, dunque, al Comune di Silvi, dove è stato regolarmente registrato l’atto di nascita – affinché venga opportunamente annotato (art. 46 DPR 396/2000).

Il Comune di Teramo, dunque, e nello specifico il Sindaco Gianguido D’Alberto, ha legittimamente consentito, secondo quanto previsto dalla legge, che una madre potesse esercitare il proprio diritto di riconoscere la figlia, procedendo alla formazione di un atto di stato civile. Atto che, ai sensi dell’art. 46, comma 1, del DPR 396/2000, è stato trasmesso al Comune di Silvi, affinché venga immediatamente annotato sull’atto originario mediante la formula ministeriale n. 146, opportunamente adattata al caso specifico. A seguito dell’annotazione, il Comune di Silvi dovrà procedere anche all’aggiornamento dell’anagrafe della minore, registrando la madre intenzionale come ulteriore genitore.

“Il Comune di residenza ha fatto le sue valutazioni e ha deciso di chiedere indicazioni al Ministero e alla Prefettura – conclude il primo cittadino – il Comune di Teramo ha deciso di procedere senza indugi a garantire immediatamente un diritto sulla scorta di una sentenza della Corte Costituzionale che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni e che, dichiarando l’illegittimità costituzionale di una parte dell’articolo 8 della legge 19 febbraio 2004, n.40, relativa alle norme in materia di procreazione medicalmente assistita, ha sancito come il mancato riconoscimento rappresenti la negazione dei diritti del bambino, violando diversi articoli della Costituzione: l’articolo 2, per la lesione all’identità personale del nato e del suo diritto a vedersi riconosciuto una stato giuridico certo e stabile; l’articolo 3, per l’irragionevolezza della disciplina che non trova giustificazione in assenza di un controinteresse; l’articolo 30, perché lede i diritti del minore a vedersi riconosciuti nei confronti di entrambi i genitori i diritti connessi alla responsabilità genitoriale e ai conseguenti obblighi nei confronti dei figli. Con l’atto che abbiamo formalizzato e che, ribadisco, ha piena valenza giuridica, abbiamo dato concretezza alla nostra Costituzione, piena attuazione ai diritti e ai doveri che discendono dal costruire una famiglia e accogliere una nuova vita, abbattuto discriminazioni che nulla hanno a che vedere con l’amore e l’impegno per un figlio. I diritti, soprattutto quelli dei bambini, non possono attendere e la società civile ha già dimostrato di essere molto più attenta e avanti, rispetto alle garanzie costituzionali, rispetto alla Lega, che con le sue dichiarazioni dimostra di non avere minimamente a cuore gli interessi dei bambini, strumentalizzando – lei si – i minori a meri fini propagandistici e ideologici contrari alla nostra Carta Costituzionale, che mette sempre la persona, e in questo caso il bambino, al centro e prima di tutto”.

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