
Sant’Omero. Il sindaco di Sant’Omero, Andrea Luzii, a margine della riunione del comitato ristretto dei sindaci, ha affidato ad una nota le sue riflessioni sul nuovo atto aziendale della Asl di Teramo.
“Un atto aziendale sarebbe anche semplice da predisporre se nell’estenderlo, a guidare gli “esperti” ci fossero due principi: dare risposte alle esigenze sanitarie dei cittadini ed avere presente che la sanità deve essere pubblica ed efficiente”, scrive Luzii.
La ASL di Teramo, dopo mesi di studio, senza alcun confronto preliminare, nemmeno con il comitato ristretto dei sindaci, pubblica la delibera 1133/25 del 7 luglio con il documento che prevede l’eliminazione di strutture fondamentali come Anestesia e Rianimazione e Pronto Soccorso in ospedali nevralgici del territorio quali Atri, Giulianova e Sant’Omero, taglia reparti in periferia e declassa quasi tutto.
Trasformano, in sostanza, gli ospedali di Atri, Giulianova e Sant’Omero in stabilimenti ospedalieri dell’Ospedale di Teramo al pari di quelli che sono gli stabilimenti ospedalieri di Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele per gli ospedali di Avezzano, L’Aquila e Chieti.
Sono riusciti, incredibilmente, a peggiorare un pessimo Piano regionale di riordino della rete ospedaliera.
Il 9 Luglio colpo di scena: “Ritiro della deliberazione n. 1133 del 07.07.2025 avente ad oggetto: “Adozione Atto aziendale ASL 204 Teramo” e contestuale riadozione dell’Atto Aziendale dell’ASL di Teramo.
Clamorosa retromarcia, solo 48 ore dopo, con la reintroduzione soprattutto di Anestesia e Rianimazione, Pronto Soccorso e Farmacie.
Anche questo nuovo Atto Aziendale, tuttavia, non è quello che vogliamo, gli ospedali periferici devono tornare ad essere l’orgoglio della Sanità provinciale.
Devono avere autonomia gestionale pur facendo rete con l’Ospedale di Teramo al quale vanno riconosciuti appieno meriti e competenze, ma che ha bisogno di aiuto da tutta la Provincia per “combattere” la vera battaglia: essere trattato come gli altri nosocomi abruzzesi di pari livello.
Per quanto riguarda Sant’Omero l’Ospedale deve riavere anche la UOC di Ostetricia e Ginecologia, devono essere ripristinati i dieci posti di Riabilitazione cardiologica sotto la Cardiologia di Sant’Omero ed i posti di Lungodegenza (che promessi da tanti anni ancora non ci sono) devono essere posti sotto la nostra Medicina. Deve rimanere, come allo stato attuale, il DH Oncologico a Sant’Omero (dall’Atto Aziendale sembra vada a Giulianova).
LA REALTÀ DEI NUMERI
Fra i Dipartimenti non ospedalieri (tanti) un numero incredibile di UOC (28) di cui una, da non credere, per il “Governo delle liste di attesa e CUP)
Eccoli:
Dipartimento assistenza territoriale (6 UOC), Dipartimento transmurale salute mentale e neuropsichiatria infantile (3 UOC), Dipartimento di prevenzione (8 UOC), staff di direzione strategica (4 UOC di cui 1 “Governo delle Liste di attesa e CUP”), Dipartimento amministrativo (4 UOC), Dipartimento tecnico (3 UOC).
Sembra che questo Atto aziendale abbia risparmiato tanti settori e che i tagli siano stati fatti solo negli Ospedali periferici con la vittima sacrificale Sant’Omero.
L’attuale sistema organizzativo dell’Ospedale Val Vibrata non reggerà a lungo, i 18 posti di Ostetricia e Ginecologia allocati a Sant’Omero sono della UOC di Teramo, i 13 posti della Lungodegenza ancora da allocare a Sant’Omero sono della UOC di Giulianova, i 10 posti che erano in Cardiologia da “Riabilitazione cardiologica” abolita, sono diventati di “Recupero e riabilitazione funzionale” e sono della UOC di Atri (a Sant’Omero dove verranno allocati? Quale personale ne avrà la gestione?) .
Allo stato attuale i posti letto non sono più 130 ma 89 e la Val Vibrata rischia di perdere l’Ospedale, una triste realtà.
RIFLESSIONI
Si tenta di capire, in questi giorni, il motivo della retromarcia sull’Atto aziendale della ASL, in Val Vibrata si pensa sia opera del “Comitato a difesa dell’Ospedale e della sanità pubblica”: ne siamo orgogliosi.
È indiscutibile che se i motivi fossero altri si aprirebbero scenari devastanti sulla legittimità e sulla trasparenza di questo cambio di rotta.
Certo è che questa classe dirigente si comporta in modo poco credibile ed è scarsamente affidabile.
Il segno tangibile è la revisione di tutto quello che hanno detto in questi mesi su Sant’Omero, sui reparti e sui medici degli ospedali periferici: hanno offeso, con atti ed un linguaggio crudo ed arrogante, territori, istituzioni e tutto quello che si frapponeva alla loro narrazione.
Che dire, poi, della pubblicità a servizi e strutture private sanitarie negli spazi degli stessi presidi ospedalieri?
Che dire dei CUP che prenotano prestazioni sanitarie verso strutture private per snellire le liste di attesa?
Il sistema sanitario ha bisogno di ascolto e condivisione, di valutazione attenta e riflessione, di tutto quello che finora è mancato.
Continuare con le stesse ricette (vedi Atto aziendale del 9 luglio) non modifica la situazione in atto, ma comporterà un’ulteriore degenerazione dell’intero sistema con debiti crescenti, liste di attesa sempre più inaccettabili ed una sanità negata ai cittadini.
Per tutti questi motivi non possiamo che non essere contrari all’atto aziendale licenziato dalla Asl di Teramo.