ACCEDI AL CANALE WHATSAPP E RICEVI LE TOP NEWS DEL GIORNO:

ACCEDI AL CANALE
TeramoRubriche

Campionato delle 4+1 zone della champagne Prima tappa

Sayonara Tortoreto

Da tempo, avevo in mente di fare un giro virtuale della Champagne ri-identificando alcune zone o perlomeno ampliandone o riducendone i confini in base alle caratteristiche degli champagne assaggiati quindi del “percepito” dai sensi. In un’epoca in cui siamo “bombardati” da mode e falsi miti volti a decidere PER NOI cosa mangiare e cosa bere è necessario “disintossicarsi” da tutto ciò ed affidarsi ai SENSI cercando d’imparare a scegliere la bottiglia in base al terroir di provenienza e non in base all’etichetta, prezzo o altre ILLOGICHE!

 

Dopo anni di assaggi di champagne soprattutto provenienti da sottozone “di confine” incatalogabili come denominazione, ho deciso di apportare lievi modifiche all’identificazione territoriale quindi ho eliminato la Cote de Sezanne ed introdotto la Vallèe de L’Ardre (incluso il Massif de S. Thierry ed ecco il motivo del 4+1) scoprendo champagne provenienti da paesi che hanno un piede in una zona e l’altro nella zona limitrofa. L’obiettivo sarà identificare il miglior champagne alla cieca ma soprattutto il terroir più COMPLETO cioè quello in cui tutto è interessante, dove non ci sono eccellenze e prodotti imbevibili come spesso succede.

In 24 degustatori, con clima carbonaro, ci riuniamo in enoteca per “riscrivere” la “geografia gustativa” dello champagne iniziando dalla zona meno apprezzata ed anche un pò snobbata dai produttori del nord: la Cote des Bar. Situata nel profondo sud della champagne, confinante con la vicina Chablis e quindi Borgogna da cui eredita la tipologia di sottosuolo e suolo prevalentemente calcareo e argilloso formatosi circa 150 milioni di anni fa, è delimitata ad ovest dalla senna e ad est dall’aube ed ha 63 comuni che producono vino con 8.000 ettari vitati pari a circa il 23% di tutta la Champagne. Il clima è più clemente rispetto al nord quindi i vini saranno più maturi, agrumati ed eleganti; è una zona piena di artigiani del vino infatti non si può non notare una “bellezza contadina” cioè un approccio semplice, naturale alle cose.

Il pinot nero è il vitigno dominante e di conseguenza sarà la star della serata ma con un piacevole “intruso”! Iniziamo (seguendo l’iter del dosaggio) con il blanc de noirs brut (8-9 g. di zuccheri) 100% pinot noir di Gremillet, una maison situata nella zona di Bar sur Seine (ben 3 dei 4 champagne in degustazione provengono da lì) che presenta un prodotto di facile comprensione, molto rotondo al prezzo di 47 euro in cui non si trova sapidità gessosa ma si inizia a percepire l’agrumato-sapido caratteristico della zona; il gradimento dei degustatori si è espresso con 6,59 punti vale a dire “ben fatto, ma non mi emoziona”!

Passiamo al secondo champagne salendo verso nord (Troyes) al limite territoriale della Cote des Bar esattamente a Fravaux dove Michel Gonet produce “Le Varlant” (nome che identifica il vigneto) un 100% pinot noir extra brut (5 grammi per litro di zuccheri) che ci mostra in modo nitido l’agrumato e l’eleganza gustativa che identifica la Cote des Bar! Il prezzo di 47 euro è giusto ed il voto ottenuto di 7,21 punti lo gratifica molto. Con il terzo ed il quarto prodotto varchiamo la dimensione della normalità rivolgendoci a due vignaioli fuori dagli schemi, il primo per la materia prima mentre il secondo per la “mano produttrice”! Thierry Massin, vigneron independant a Ville sur Arce villaggio nel cuore della Cote des Bar, da tempo valorizza antichi vitigni sconosciuti e/o dimenticati (ancestrali) a cui ha destinato il 7% delle sue vigne; l’arbanne, il fromenteau, il petit meslier ed il pinot blanc inoltre la gestione del vigneto segue i dettami della viticoltura biodinamica limitando al massimo l’intervento umano.

La Chevetrèe (nome della parcella di vigna dichiarata lieu dit cioè uno dei luoghi prediletti dai monaci cluniacensi per la coltura della vite)) blanc vrai di Thierry Massin è un pinot bianco 100% (vitigno raro in champagne) ottenuto con fermentazione spontanea (senza lieviti chimici spesso usati come aiutino dalle maison commerciali) e zero dosage; è uno champagne che pretende “tempi di seduzione” notevoli ma poi ti regala sensazioni “selvatiche” cioè nuove ed interessanti lasciando un palato pulitissimo, “asciutto” data la secchezza.

E’ l’antitesi del prodotto ruffiano, di facile comprensione quindi destinato a chi possiede una consistente “banca dati enologica” ma può essere usato una tantum per “resettare” i nostri sensi in periodi nei quali siano stati plagiati da prodotti commerciali! Il costo di 66 euro è giustificato dalla rarità del vitigno e dall’enorme lavoro di ricerca e di sperimentazione di questi vignaioli indipendenti senza il quale questo patrimonio ancestrale andrebbe perso. Il voto dei degustatori è stato 7,09, buono tenendo conto che un buon 60% non ha molta esperienza specifica alle spalle. Ci spostiamo di pochi chilometri (celles sur ource) per assaggiare l’ultimo champagne di serata ed andiamo alla maison Andrè Beaufort dove Reol Beaufort da una singola parcella con vigna di 55 anni coltivata in biologico e biodinamico ha prodotto un 100% pinot noir (in sole 2300 bottiglie) con base annata 2020 più vini di riserva a mio avviso perpetui.

Il POTION della maison Andrè Beaufort è ….una POZIONE! Color cipolla chiaro, lievemente velato per l’assenza di filtrazione, bollicina infinitesimale, potente ma delicato allo stesso tempo e con una sapidità quasi gessosa rara in Cote des Bar; ci ha stregati! E’ uno dei pochi prodotti che ha fatto vacillare il mio proverbiale autocontrollo professionale sulla quantità; un bel 8,38 dei degustatori lo ha ampiamente gratificato ed il prezzo di 80 euro è quasi sottodimensionato. Tiriamo le somme incoronando il Potion come più gradito con 8,38 punti che rappresenterà la Cote des Bar nella finale delle 5 zone; da notare anche il punteggio medio della zona con il quale identificheremo il terroir più completo, di ben 7,21! Niente male per una zona ritenuta “minore” a testimonianza del fatto che, se si cerca bene, si trova sempre qualcosa d’interessante dappertutto. Meditate colleghi enotecari ma anche ristoratori, meditate!

Stefano Grilli – ENOTECA SARAULLO ANNO DOMINI 1966 – TORTORETO

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio