
Alba Adriatica. Come ogni anno, da oltre 30 anni, il nucleo storico di dirigenti ed atleti dell’Alba Basket si è riunito per una cena conviviale a testimonianza della grande amicizia che resiste nel tempo.
Tutti presenti i protagonisti della straordinaria cavalcata che portò la squadra di Alba Adriatica a vincere il campionato di serie C2 dopo uno spareggio thriller con l’avversario di quegli anni, il Vasto!
Dopo l’approdo in serie C nazionale, l’Alba Basket fu protagonista per diversi anni sui parquet italiani arrivando a giocare la finale di Coppa Italia, nel 2008, al Palalido di Milano dove uscì sconfitta dal Budrio ma quella medaglia d’argento rappresenta ancora l’apice dei risultati mai raggiunti da nessuna altra rappresentativa del panorama sportivo albense.
Non è mancato un momento di tristezza nel ricordare chi non c’è più, vale a dire l’atleta Angelo Casale ed i dirigenti Gaetano Cogliati e Nino Meco, quest’ultimo rappresentato dal figlio Enrico, anche lui ex giocatore.
L’aspetto che colpisce di questa gruppo è una cosa non del tutto scontata, la capacità di cementare l’unione per il raggiungimento del risultato con il percorso di amicizia fra tutti i protagonisti che ha coinvolto anche le loro famiglie ed i figli vivono ancora sull’onda dei racconti e degli aneddoti legati alle vicende sportive di quella che fu una autentica corazzata.
L’attuale Alba Basket, gestita dal figlio dell’ex dirigente Lorenzo Ionni, sta ripercorrendo le gesta sportive della mitica società partecipando al Campionato di Serie C per il secondo anno consecutivo e può vantare un settore giovanile di tutto rispetto. L’ex allenatore e giocatore Alessandro D’Eusanio cerca di spiegare così, interpretando il pensiero di tutti i protagonisti, l’unità di questo gruppo che il passare del tempo non riesce a scalfire: “Io credo che quella squadra era composta, oltre che da ottimi giocatori e dirigenti lungimiranti, da persone con uno straordinario spessore umano , componente questa, senza la quale non si possono realizzare grandi imprese! Ecco, posso affermare senza ombra di dubbio, che questo gruppo rappresenta per ognuno di noi un’estensione della propria famiglia”.



