“Il Delfico non doveva essere chiuso”, chiesto il dissequestro VIDEO
Per l'ingegnere Alfonso Marcozzi indice di vulnerabilità di 0,43

La Provincia di Teramo ha presentato istanza di dissequestro del Convitto Delfico sulla base degli elementi conoscitivi emersi sia dalla relazione dell’ATI Project (che conduce ad un livello di conoscenza LC3), sia dei calcoli del consulente tecnico, l’ingegnere Alfonso Marcozzi. La relazione dell’ATI, incaricata da Invitalia, è stata però fortemente criticata da Marcozzi, descrivendola come “non professionale” (tanto da dover l’ente dare incarico proprio all’ingegnere alcuni giorni fa).
Secondo la relazione tecnica, “l’edificio è staticamente sicuro e non presenta condizioni di pericolo immediato. L’indice globale di sicurezza statica risulta 3v,i = 1,09 (maggiore di 1,0, quindi positivo). L’indice di vulnerabilità sismica riscontrato è 3e = 0,43, valore inferiore allo 0,60 previsto solo come obiettivo in caso di interventi di miglioramento sismico. Questo significa che non costituisce motivo di “rovina” o di inagibilità, ma solo un margine da migliorare in prospettiva“.
“Sono state condotte oltre 300 prove e rilievi, incluse prove con martinetti piatti. carote di calcestruzzo, analisi su acciaio e murature, oltre a rilievi laser scanner e fotogrammetrici. È stato raggiunto il massimo livello di conoscenza (LC3) per le murature e LC2 per il calcestruzzo armato e acciaio. I risultati numerici sono stati validati da prove sperimentali in sito, con scarti entro il $10% rispetto ai modelli teorici, confermando l’affidabilità delle analisi”.
Sulla sicurezza statica, “non sono presenti fessurazioni significative, cedimenti fondali o anomalie strutturali. Travi e solai sono risultati coerenti con le prestazioni richieste; le prove di carico pregresse hanno restituito esiti ottimi. Le murature, pur più snelle dei limiti delle nuove costruzioni, sono sicure grazie ai vincoli reali e ai collegamenti con i solai”. Sulla sicurezza sismica, l’analisi pushover 3D ha evidenziato un comportamento coerente con la tipologia muraria e la configurazione scatolare dell’edificio. L’indice di vulnerabilità sismica (<e = 0,43) segnala la necessità di un futuro miglioramento antisismico, ma non una condizione di rischio imminente o di pericolo per l’uso attuale”.
Per Marcozzi, dunque, l’edificio “presenta condizioni statiche soddisfacenti, con margini di sicurezza superiori all’unità; mostra una vulnerabilità sismica, ma coerente con l’età e la tipologia costruttiva; non presenta criticità tali da pregiudicarne l’uso attuale, pur richiedendo una pianificazione di miglioramento sismico per incrementare la sicurezza globale e adeguarsi ai livelli richiesti dalle NTC per edifici scolastici” e consiglia “di controllare gli elementi architettonici portati presenti sulle facciate”.
Intanto in queste ore si è al lavoro per completare i lavori del campus della Cona e smontare i cantieri che in meno di tre mesi hanno realizzato le strutture che consentiranno di accogliere i convittori – quindi mensa, dormitorio, segreterie e aree studio – mentre sono state riqualificate anche le aree esterne con spazi per l’attività fisica di cui usufruiranno anche gli studenti del Pascal e del Comi-Forti.
Sarà il tribunale a decidere se accogliere o meno l’istanza di dissequestro sulla base della relazione pervenuta.