Pescara, “Ancora una grave aggressione nel carcere di San Donato”
L'allarme del Sindacato di polizia

Pescara. Nella mattinata di ieri, 15 giugno 2025, all’interno della sezione detentiva psichiatrica ATSM del carcere di Pescara “San Donato”, si è verificato un grave episodio di violenza.
“Un detenuto di origine straniera si è scagliato improvvisamente contro un ispettore di polizia penitenziaria donna e un assistente capo uomo, intervenuti per un ordinario sopralluogo di controllo. Entrambi gli operatori, vittime dell’aggressione, sono stati immediatamente soccorsi e accompagnati presso il pronto soccorso dell’ospedale civile di Pescara, dove sono stati riscontrati traumi con prognosi di 7 giorni ciascuno”.
A raccontare l’episodio è il Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Giovanni Scarciolla che commenta: “Siamo di fronte all’ennesimo fatto gravissimo che testimonia la drammatica condizione operativa del personale di polizia penitenziaria, ormai stremato da continue emergenze. Questo episodio segue di pochi giorni altri eventi critici che rendono sempre più complesso e insicuro il lavoro dei nostri colleghi, già fortemente penalizzati da una cronica carenza di organico, acuita da una gestione organizzativa carente e più volte segnalata dal SAPPE con comunicazioni ufficiali alla Direzione dell’istituto pescarese”.
Scarciolla ha inoltre evidenziato le difficoltà della struttura: “La Casa Circondariale ha nuovamente superato i 400 detenuti, nonostante la chiusura di un intero reparto detentivo a seguito della rivolta avvenuta nel febbraio 2025, che ha comportato il trasferimento di quasi 60 reclusi per motivi di ordine e sicurezza. La situazione è ulteriormente aggravata dalla condizione della sezione ATSM, che versa in uno stato di totale abbandono a causa della carenza di personale sanitario specializzato. La gestione quotidiana, anche in situazioni critiche come questa, ricade quasi esclusivamente sul personale penitenziario.”
Alla luce di quanto accaduto, il SAPPE auspica un immediato e deciso intervento da parte dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Azienda Sanitaria Locale di Pescara: “Non è più tollerabile che la sicurezza e la salute degli operatori siano messe in secondo piano. È indispensabile adottare provvedimenti concreti e urgenti per garantire condizioni di lavoro dignitose e la piena tutela degli agenti impegnati quotidianamente in un contesto sempre più difficile”. Giuseppe Ninu, segretario regionale per l’Abruzzo del SAPPE, rinnova il “plauso del SAPPE al personale dell’Istituto di Pescara che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione”, ma chiama in causa direttamente “chi ha ruoli di responsabilità regionale dell’amministrazione penitenziaria. Non si può continuare a restare inerte, a non prendere iniziative a favore delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie carceri dell’Abruzzo, regione che per altro dipende ancora dal Lazio”.
L’APPELLO AL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA
Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime sconcerto per quanto avvenuto a Pescara e si rivolge direttamente al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove: “Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per la Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. I responsabili delle violenze in carcere devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se, come nel caso di Secondigliano, si tratta di un detenuto con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione: per questo confidiamo che il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove ci ascolti”.
Il segretario generale del SAPPE ricorda essere decenni “che, come primo Sindacato del Corpo, chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari”.
E richiama, infine, il discorso qualche giorno fa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: “è particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro. E tutto questo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del nostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi Caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione”.