
E’ nato “Primo”: dopo tre anni, torna la speranza nella Riserva del Borsacchio con la nascita di un piccolo di fratino.
Dopo tre anni di attese, delusioni e distruzioni, è nato un pullo di fratino sulla spiaggia della Riserva Naturale del Borsacchio.
Lo abbiamo chiamato “Primo”. Primo perché è il primo, dopo tanto tempo, a vedere la luce. Primo perché rappresenta un nuovo inizio, un piccolo grande segnale di speranza.
Non è un evento scontato.
Negli ultimi tre anni, oltre dieci nidi sono andati persi. Non per eventi naturali. Ma per metà distrutti intenzionalmente da mani umane o da cani lasciati liberi senza guinzaglio, illegalmente, nella riserva. L’altra metà è stata vittima di disturbi indiretti e predazioni, spesso provocate dalla presenza di rifiuti e abbandoni.
Nel 2022 nacque un piccolo fratino diventato simbolo di resistenza: sopravvisse da solo, dopo che i suoi genitori e il fratellino morirono. Da allora, nessun’altra nascita era più avvenuta nella riserva.
Oggi torna per noi e la riserva un pò di speranza, oggi, finalmente, è nato “Primo”.
Un risultato che non arriva per caso
È il frutto di un lavoro silenzioso, costante e totalmente volontario portato avanti dalle Guide del Borsacchio.
Dal mese di marzo, i nostri volontari hanno monitorato ogni giorno i 3 km di costa della riserva, percorrendo oltre 800 km a piedi e dedicando più di 450 ore alla tutela dei nidi. Sotto il sole, con la pioggia, nel vento.
E tutto questo senza alcun sostegno pubblico, convenzione o finanziamento.
Ogni attrezzatura, ogni cartello sostituito dopo atti di vandalismo, ogni rete posizionata è frutto di impegno personale e campagne di raccolta fondi dal basso.
Lo facciamo per amore. Per rispetto. Per dare una possibilità alla natura.
Il fratino è una specie protetta, oggi a rischio estinzione. In Italia soffre soprattutto per la cementificazione delle coste. L’Abruzzo – nonostante il titolo di “Regione Verde d’Europa” – detiene la triste maglia nera per la percentuale più alta di costa cementificata nel Paese.
Il fratino non si estingue da solo. Siamo noi a metterlo in pericolo. Ma possiamo anche essere quelli che lo salvano.
“Primo” ora ha davanti a sé circa 30 giorni per crescere e imparare a volare. Sarà vulnerabile. Le cornacchie lo osservano. I cani liberi sono ancora un rischio concreto.
Noi ci saremo, ogni giorno.
E continueremo a vegliare anche sugli altri nidi attualmente attivi nella riserva.