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Pescara

Il docufilm ‘La Conversazione ritrovata’: Giuseppe Rosato intervista Ennio Flaiano

Il progetto, nato da un’idea di Matteo Veleno e Maria Rosato, porta alla luce un’intervista inedita realizzata nel maggio del 1972 al celebre sceneggiatore pescarese, in occasione della prima nazionale dello spettacolo “La conversazione continuamente interrotta” per il “Festival di Spoleto”. Il soggetto del docu è firmato da Matteo Veleno, Maria Rosato e Davide Cavuti (autore anche della colonna sonora)

Pescara. «Oggi si scrive per non passare inosservati», una delle considerazioni sul teatro del celebre sceneggiatore Ennio Flaiano che, il 19 maggio 1972, rivela in un’intervista inedita al suo amico scrittore e poeta Giuseppe Rosato (classe 1932) e inserita oggi nel nuovo docufilm «La Conversazione ritrovata», con la regia di Matteo Veleno. La sceneggiatura è di Matteo Veleno e Maria Rosato, che firmano il soggetto insieme al maestro Davide Cavuti, compositore, inoltre, delle musiche originali. La creazione avatar è di Andrea Sisofo. Collaborano al progetto Giulio Capone (organizzazione), Pietro Nissi (foto e archivio), Emanuele D’Ancona (foto e archivio), Lucio Rosato (grafica) e Ilaria Muccetti (comunicazione). La produzione è di “Stefano Francioni Produzioni”, “MuTeArt Film” e “Fondazione Pescarabruzzo”, e vede la collaborazione di “Rai”, “Biblioteca Luigi Chiarini – Centro Sperimentale di Cinematografia”, “Abruzzo Film Commission” e “Centro Studi Nazionale Cicognini”.

«Non pensavo di diventare attore a questa età. Matteo mi ha preso alla sprovvista e ho improvvisato le parole per il mio carissimo amico Ennio, ricordandolo dopo aver ascoltato le bobine ritrovate di oltre cinquant’anni fa. Quella del 1972 è stata la mia ultima intervista a un uomo incredibile e indimenticabile. Questo docufilm, voluto caparbiamente da Veleno, riporta alla luce un documento importante su Flaiano, forse un po’ più intimo del solito perché con me parlava anche da amico straordinario quale è stato», il ricordo del poeta, scrittore e critico letterario Giuseppe Rosato.

«Flaiano direbbe: non solo l’intervista, mi hanno fatto pure l’avatar! Non appena ho saputo del ritrovamento del nastro, ho pensato che sarebbe stato bello farne un docufilm, e ho realizzato la sceneggiatura con Maria Rosato», ha dichiarato il regista Matteo Veleno. «Successivamente ho chiesto a Giuseppe Rosato di raccontare il suo rapporto con Flaiano e ho pensato immediatamente a Davide Cavuti per le musiche. Ho coinvolto Andrea Sisofo per la creazione degli avatar sia di Flaiano che di Rosato. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a questo progetto cinematografico e, in particolar modo, il giornalista Paolo Pacitti».

Per il maestro Cavuti non è il primo lavoro cinematografico su Flaiano, nel 2021, ha infatti realizzato il suo omaggio allo sceneggiatore pescarese con il film biografico “Un marziano di nome Ennio”, ispirato alla sua vita: «Per me è un privilegio partecipare a questo nuovo lavoro di Matteo, che ringrazio per avermi coinvolto», ha commentato Cavuti che ha aggiunto «Ennio Flaiano è stato un genio assoluto e un personaggio che tutti dovrebbero leggere e studiare. In questo docufilm esprime il suo punto di vista sul teatro, evidenziando il ruolo centrale dell’autore e l’importanza del testo che non dovrebbe essere mai dissacrato. Fa riferimento a Carlo Goldoni, definendolo il suo autore preferito poiché, nei suoi testi, riesce a portare avanti la scena in cui la conversazione procede senza che l’azione si muova di un palmo».

Tutto ruota intorno alla prima rappresentazione dello spettacolo “La conversazione continuamente interrotta” nel 1972 al Festival di Spoleto, diretto da Romolo Valli. Il testo scritto da Flaiano, una farsa inserita in una pubblicazione per Einaudi, fu messo in scena con la regia di Vittorio Caprioli e interpretato da Cochi e Renato, e Paolo Bonacelli. Nel docu, sono inseriti alcuni spezzoni dello spettacolo diretto dal regista Luciano Salce allestito al “Teatro Argentina” di Roma nel 1978 e interpretato da Giorgio Albertazzi, Gianni Bonagura, Mario Maranzana, Elisabetta Pozzi.

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