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WWF: ‘Basta con la cattura dei cinghiali nella Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci’

"Serve un approccio serio e scientifico, non scorciatoie inutili. Il Comune di Vasto sta sperimentando tanti sistemi, ma ignora quelli ecologici e preventivi"

Vasto. Il WWF Abruzzo esprime forte preoccupazione e contrarietà rispetto all’intenzione, da parte del Comune di Vasto, di procedere alla cattura e alla successiva soppressione dei cinghiali all’interno della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci attraverso l’uso di trappole tipo Pig Brig.

“L’eliminazione dei cinghiali all’interno di un’area protetta – si legge in una nota – rappresenta una scorciatoia inefficace, già ampiamente contestata dal WWF Abruzzo nel Piano Triennale di Gestione e controllo delle popolazioni di cinghiale approvato per le riserve regionali Marina di Vasto e Punta Aderci. L’Associazione aveva formulato osservazioni puntuali, criticando le modalità di censimento – svolte in sole tre giornate primaverili – e i contenuti del Piano, che risulta carente dal punto di vista scientifico e tecnico e volutamente impostato sull’uccisione dei cinghiali.

Prima di ricorrere a piani di abbattimento o a sistemi di cattura e soppressione, è fondamentale condurre un’analisi approfondita dei metodi ecologici e orientare gli interventi verso strategie di prevenzione fondate su criteri scientifici. Solo attraverso una sperimentazione concreta delle tecniche di prevenzione, al momento ancora carente nelle riserve vastesi, sarà possibile individuare soluzioni realmente efficaci e rispettose dell’equilibrio ambientale.

Le aree protette coinvolte, per la loro limitata estensione, non possono essere considerate rappresentative dell’intera dinamica delle popolazioni di cinghiale, che hanno areali ben più ampi. Parlare di “squilibrio ecologico” su basi tanto deboli, come fa il Piano Triennale, risulta quindi fuorviante.

Il WWF torna a chiedere al Comune un approccio serio e strutturato che includa:
– uso di recinzioni elettrificate e dissuasori acustici e visivi per prevenire danni alle colture e ridurre il rischio di incidenti stradali;
– bonifica dei rifiuti che costituiscono uno dei principali attrattori per i cinghiali;
– nuovi monitoraggi della densità della specie, dato che non è possibile basarsi su dati superati o su un parere ISPRA risalente al 2023;
– trasparenza sulle azioni già svolte e sui risultati effettivi.

Ancora una volta, si preferisce agire con misure drastiche e inutili anziché affrontare il problema con strumenti realmente efficaci, rispettando la vocazione naturalistica e protettiva delle riserve regionali”.

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