Sinistra Italiana-AVS: inaccettabili i tagli di Marsilio a cultura, politiche giovanili e lavoro

Abruzzo. “Dopo l’aumento delle tasse, la giunta Marsilio allunga un’altra mannaia sulla società e l’economia abruzzese, con la previsione di tagli a settori strategici come politiche giovanili, lavoro e cultura”.
Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana-AVS interviene considerando inaccettabili i tagli lineari da cinquanta milioni e mezzo previsti da quest’anno al 2028, per coprire la voragine nei conti della sanità. “Dopo gli oltre 40 milioni di euro sottratti agli stipendi degli abruzzesi con l’aumento dell’addizionale Irpef, altri tagli si prospettano sul sistema regionale, da questo anno al prossimo triennio, con la proposta di legge della giunta Marsilio per la copertura del disavanzo del sistema sanitario regionale – dice Licheri -: tra i settori coinvolti, anche le politiche giovanili, le politiche per il lavoro, i trasporti e il diritto alla mobilità, la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali. Si tratta di un fallimento di chi governa, con la logica dei tagli senza che sia chiaro come risanare i conti né migliorare i servizi sanitari.
E senza considerare un’analisi di contesto a lungo termine, come quello dell’invecchiamento della popolazione e del calo degli occupati previsto di qui a 10 anni”. Licheri si riferisce allo studio della Cgia di Mestre: in Abruzzo sono previsti, entro il 2035, 81.386 potenziali lavoratori in meno (-10,3%) a causa dell’invecchiamento della popolazione. All’ottavo posto nella classifica nazionale, mentre la media Italia è al -7,8%. La variazione della popolazione in età da lavoro, tra i 15 e i 64 anni, tra il 2025 e il 2035 non risparmia nessuna provincia abruzzese: -10,8% all’Aquila, -10,7% a Teramo, -10,6% a Chieti, -9% a Pescara. “Dall’analisi delle proiezioni demografiche, elaborate dalla Cgia di Mestre su dati Istat, entro i prossimi dieci anni la popolazione in età lavorativa diminuirà con effetti pesanti sul Pil – avverte Licheri -. Non solo: una società con una popolazione più anziana e meno giovane dovrà affrontare un aumento della spesa previdenziale e sanitaria. Non si può governare senza tenere conto anche della complessità del sistema”.