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Farmaci oncologici: esposto in procura di Patto per l’Abruzzo

Abruzzo. Esposto in procura sulla vicenda dei farmaci mancati ai malati oncologici, l’annuncio è arrivato stamane in una conferenza stampa a cui hanno preso parte i consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo Luciano D’Amico (da remoto), Antonio Di Marco, Silvio Paolucci, Erika Alessandrini, Francesco Taglieri e Alessio Monaco.

 

“Il Patto per l’Abruzzo intende proseguire l’attività di verifica su quanto accaduto nella Asl di Chieti in più situazioni a noi segnalate – così Luciano D’Amico – . Nessuno di noi ha mai pensato che il Presidente Marsilio, il DG Palmieri o l’Assessore Verì abbiano deliberatamente deciso di non fornire i farmaci: è evidente però che ci sono gravi problemi organizzativi che hanno provocato disservizi reali e potenzialmente pericolosi. Ci saremmo aspettati che la maggioranza, di fronte ai casi, scegliesse di collaborare per cercare soluzioni concrete, invece di reagire con toni polemici o trionfalistici. Noi vogliamo risolvere il problema, non alimentare scontri. È tempo di dire chiaramente che la sanità abruzzese ha difficoltà strutturali, tra cui quella dei farmaci oncologici e non può più essere raccontata come un “modello da esportare”. Oggi servono realismo e responsabilità: il finanziamento è ridotto all’osso e gli abruzzesi meritano un servizio sanitario degno e funzionante, non una narrazione consolatoria. Non possiamo accettare che si continui a organizzare feste e celebrazioni mentre i cittadini rischiano di restare senza cure: preferiamo garantire terapie anziché concerti. Siamo pronti a lavorare con chiunque voglia affrontare seriamente i problemi, nell’interesse della comunità e del diritto alla salute di tutti gli abruzzesi”.

“Il presidente Marsilio mi ha definito “sciacallo”, ma vista la gravità del problema dei farmaci oncologici, preferirei che mi definisse “malato”, perché chi solleva questioni così serie non fa polemica: chiede risposte – così il consigliere Antonio Di Marco – . La verità è che la carenza dei farmaci oncologici nella Asl di Chieti è stata reale, come confermato dallo stesso direttore Palmieri in Commissione l’11 settembre 2025 e già segnalata dall’oncologo aziendale Tinari, che parlava di 17 pazienti rimasti senza trattamento a fine luglio. Ci sono state mancanze per diversi giorni e ciò è inaccettabile. Non vogliamo mistificare nulla, ma capire come aiutare la Asl a rendere le procedure certe e i servizi sicuri, perché parliamo di pazienti che lottano per la vita. I documenti parlano chiaro: a luglio la Commissione tecnica aziendale aveva certificato la necessità di 250.000 euro per garantire la copertura mensile dei farmaci, ma ne sono stati ordinati solo 49.000, la metà di quanto serviva in base al budget. È una questione di programmazione sbagliata, non di imprevisti.

Anche la spesa farmaceutica, salita a 7,7 milioni a novembre, rispetto ai 6 milioni dei mesi precedenti, dimostra che la gestione è stata approssimativa e tardiva. È necessario che la direzione generale della Asl si assuma responsabilità e chiarisca perché siano state prese decisioni tali e rimozioni, come quella del direttore della Farmacia Santoleri, che aveva più volte segnalato il rischio, senza spiegazioni razionali. Per questo, abbiamo deciso di presentare un esposto in Procura, affinché siano letti tutti i documenti da occhi terzi e si faccia piena luce sui fatti. Chiediamo notizie anche sul monitoraggio attuato, per verificare che i pazienti siano stati realmente seguiti e tutelati e a Marsilio di pretendere chiarimenti dalla sua struttura, non di giustificare l’ingiustificabile. Non si tratta di polemica politica, ma di difendere il diritto alla cura e alla dignità dei cittadini abruzzesi. Chi entra in un reparto oncologico lo fa per necessità di sopravvivenza e il solo pensiero di restare senza terapia è una ferita che nessuno dovrebbe subire, come lo è anche passare per confusionaria o bugiarda, com’è successo con la paziente di Lanciano che oggi in un post risponde chiaramente sui fatti accaduti e da lei esposti con chiarezza e decisione”.

“I disservizi e le difficoltà denunciate da diversi pazienti sono la conseguenza diretta delle scelte del governo regionale – denuncia il consigliere Silvio Paolucci – . Il deficit sanitario oltre a produrre tagli nei bilanci, ha determinato un programma operativo che impone alle Asl un taglio lineare del 2%, comprendendo anche dispositivi medici e farmaci. Quando si approva una delibera che obbliga a ridurre le spese in modo indiscriminato, senza garantire una gestione efficiente di ordini e scorte, il risultato è quello che abbiamo denunciato: carenze di farmaci e servizi essenziali. E poiché il deficit è stato prodotto dall’amministrazione Marsilio, che ha combinato tasse e tagli, oggi ne vediamo gli effetti: casi gravi come quelli segnalati dai malati oncologici, ma che rappresentano solo la punta di un iceberg molto più grande al punto che l’interessamento della Procura potrebbe anche essere positivo per riallineare una gestione che finora è stata inadeguata. Nel bilancio di previsione dovremo ora incorporare 126 milioni di tagli relativi al 2023 e al 2024 e non sappiamo ancora quale sarà l’impatto sul 2025. Serve un cambio di metodo per evitare che il deficit continui a produrre nuovi disservizi”.

“Siamo stati presenti a tutti i tavoli di confronto per cercare di correggere quello che da tempo definiamo il peccato originale del cosiddetto “modello Abruzzo”: una rete ospedaliera insostenibile e un uso improprio delle maggiori entrate destinate alla sanità, che per scelta politica sono state indirizzate altrove – conclude il consigliere Francesco Taglieri – . Il caso denunciato dal collega Di Marco non è isolato: i nostri telefoni sono pieni di segnalazioni che riguardano anche la mancanza di dispositivi essenziali, dai sensori “Freestyle” per i diabetici ai pannoloni, fino ad altri materiali di prima necessità. A questo si aggiungono i tagli lineari del 2% imposti alle Asl, che in alcuni casi, come sappiamo, qualche manager aveva addirittura ipotizzato di estendere fino al 20%, pur di rientrare nei parametri di bilancio. Ma queste scelte hanno un costo salatissimo, che non può essere pagato dai più deboli. La carenza di farmaci oncologici, anche se non sempre ha inciso clinicamente sulle cure, ha fatto crollare le certezze di persone che ogni giorno lottano per guadagnarsi tempo e speranza di vita. Noi vogliamo essere i garanti di queste persone, non l’anello debole della catena. Per questo, insieme al collega Di Marco, ricorreremo anche alle vie legali, affinché venga fatta piena chiarezza e non si ripetano più episodi simili”.

 

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