
L’Autostrada A14 continua a essere un ‘cantiere’ di idee e buone volontà, ma ancora non si riesce a individuare la misura utile a garantire la convivenza tra lavori prioritari e percorribilità, sicurezza e sostenibilità del territorio.
I lavori oggi necessari per ripristinare il diritto alla vita di chi la percorre sono in corso, fatta eccezione per la sospensione estiva, ma manca ancora il volto, il nome e il cognome di chi deve vigilare affinché gli interventi progettati, appaltati e avviati siano realizzati rispettando la correttezza della tempistica, il dovere della transitabilità e la certezza della restituzione alla comunità.
Lo scorso 10 giugno ho presentato un’interrogazione indirizzata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla situazione dell’Autostrada A14, nel tratto ricadente nel territorio abruzzese, con esplicito riferimento ai cantieri. In sostanza, nell’interrogazione ho chiesto conto dei problemi causati dai restringimenti di carreggiata, dalla chiusura di gallerie e dalle deviazioni improvvise, che da troppi anni stanno rendendo la viabilità sulla A14 insostenibile per automobilisti, lavoratori e imprese, penalizzando le attività produttive e commerciali dell’intera regione, causando ritardi e vittime per incidenti dovuti alle condizioni precarie e inadeguate dell’infrastruttura. I responsabili di Autostrade per l’Italia – direzione del settimo tronco, in commissione regionale vigilanza, pare avessero comunicato la chiusura diurna dei cantieri della A14 dal 29 maggio al 14 settembre, con presunta ultimazione degli interventi previsti e non ancora iniziati nel tratto Pineto-Città S. Angelo entro due-tre anni.
Nel documento ho chiesto, al fine di garantire un accelerazione dei lavori, se e quali interventi il Ministero intendesse sollecitare nei riguardi del soggetto gestore dell’A14, al fine di evitare che il protrarsi dei lavori comprometta ulteriormente l’utilizzo del tratto autostradale per giungere rapidamente alla conclusione di tutti gli interventi e alla completa messa in sicurezza dell’infrastruttura; se non ritenesse doveroso intraprendere iniziative di carattere normativo volte a prevedere misure risarcitorie per gli utenti da tempo quotidianamente penalizzati; se non intendesse necessario promuovere un monitoraggio adeguato per vigilare sull’organizzazione dei lavori per rafforzare la capacità di accelerazione dei cantieri e sul rispetto dei tempi di realizzazione degli interventi;
Lo scorso 8 agosto 2025 è pervenuta la risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fornendo alcuni dati: partiamo dal valore altamente strategico dell’Autostrada A14 “Adriatica” arteria di collegamento tra Bologna e Taranto, una delle principali autostrade italiane, molo di cerniera tra il nord e il sud attraverso la Costa Adriatica, lunga complessivamente 743 chilometri, che attraversa le Regioni Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. La tratta abruzzese è lunga circa 142 km e presenta 76 ponti e viadotti, 86 cavalcavia e 14 gallerie per consentire l’attraversamento dei rilievi montuosi.
I lavori attualmente in corso sulla A14 rientrano nell’ambito di un piano di ammodernamento delle principali infrastrutture che la società concessionaria Autostrade per l’Italia ha avviato a partire dal 2020 su tutta la rete in gestione. Gli interventi prevedono l’ammodernamento delle principali infrastrutture (gallerie, viadotti e barriere) come previsto dalla normativa per rigenerare gli asset autostradali ed estendere la vita utile delle tratte in esercizio per ulteriori 50 anni.
Nel dettaglio, sul tratto dell’A14 ricadente sul territorio abruzzese sono previsti
INTERVENTI SULLE GALLERIE: interventi di ammodernamento e potenziamento degli impianti secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 264 del 2006 che recepisce la direttiva europea in materia di presidi e misure antincendio. Le scadenze normative inderogabili prevedono che entro la fine del 2025 dovranno concludersi i lavori per l’aggiornamento degli impianti di illuminazione e ventilazione antincendio e l’installazione di barriere fonoassorbenti per ridurre l’inquinamento acustico;
INTERVENTI SUI VIADOTTI: sono in corso attività di sostituzione delle barriere laterali e una serie di interventi evolutivi. Nello specifico, nel tratto abruzzese ricompreso tra i caselli di Val Vibrata e Casalbordino-Vasto Nord, sono in corso le opere di sostituzione delle barriere di sicurezza obsolete e l’adeguamento sismico e statico di ponti e viadotti, frutto di approfondimenti che ne hanno determinato la classificazione come ‘priorità’.
Come emerso dalla lettura della risposta del Ministero, alcune richieste contenute nella mia interrogazione sono già state accolte e rese operative. La prima riguarda la mitigazione dei disagi all’utenza determinati dai cantieri, compresi ritardi e allungamento delle opere: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha promosso l’istituzione di un Tavolo tecnico con le Regioni Abruzzo e Marche, al fine di coordinare le lavorazioni avviate dal concessionario con le esigenze di mobilità segnalate dalle suddette Regioni.
Tra le misure di contenimento è stata istituita la sospensione dei cantieri nel periodo di maggiore esodo – come estate, festività, eventi particolari. Sul punto si sono svolte riunioni periodiche con il Concessionario Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI), chiedendo allo stesso di ridurre l’impatto dei cantieri, incrementare, ove possibile, le lavorazioni in orario notturno e ridurre gli scambi di carreggiata, attraverso una riprogrammazione degli interventi volti ad evitare il congestionamento della rete, oltre che l’accelerazione degli stessi;
Accolta la seconda richiesta, inerente al controllo dei cantieri: Il Concessionario ogni tre mesi deve trasmettere al Ministero la pianificazione di tali attività e delle relative modalità di cantierizzazione che, stando a quanto riportato dal Ministero, prevedono lavori in modalità H24 e sette giorni su sette e l’esecuzione contemporanea di più lavorazioni all’interno della stessa area di cantiere;
Il Ministero avrebbe anche confermato il proprio impegno a monitorare l’avanzamento dei lavori e l’adozione di misure che garantiscano un equilibrio tra i cantieri stradali e le esigenze di mobilità degli utenti.
Previste ampie finestre di sospensione delle cantierizzazioni nel corso dell’anno, che hanno consentito una riduzione del 42% circa dei giorni lavorativi a disposizione con la rimodulazione dei cronoprogrammi. Per il periodo estivo in particolare è stata confermata la sospensione dei cantieri dal 29 maggio al 15 settembre con la possibilità eventuale però di eseguire le lavorazioni esclusivamente in orario notturno senza impatti di rilevanza sul traffico.
Per incrementare i livelli di sicurezza, è stato previsto il potenziamento delle misure di segnalazione dei cantieri con presidi aggiuntivi, tramite l’adozione di cartellonistica luminosa; l’utilizzo di dissuasori rumorosi in fase di avvicinamento alle riduzioni o alle deviazioni di carreggiata; carri di soccorso meccanico a presidio sette giorni su sette al fine di minimizzare le turbative del traffico veicolare; presidio di squadre di assistenza all’utenza per la distribuzione di generi di conforto:
Infine accolta anche la terza richiesta con l’individuazione di MISURE RISARCITORIE PER GLI UTENTI: è operativo un sistema di rimborso del pedaggio, cosiddetto cashback, che prevede ristori a percentuali crescenti a partire dai 10 minuti di ritardo per la presenza dei cantieri, rispetto al tempo media di percorrenza, e fino al totale rimborso del pedaggio. Tale sistema, a detta del Ministero, è accessibile a tutti gli utenti tramite un’apposita applicazione informatica;
Tuttavia permangono dei punti di grande criticità: innanzitutto i cantieri, che senza dubbio servono per garantire la sicurezza dell’autostrada, comunque riprenderanno il 16 settembre ed è difficile prevedere effettivamente una loro conclusione. Questo significa che, terminato il periodo clou dell’esodo estivo, riprenderanno i disagi;
In secondo luogo, a oggi non sappiamo chi faccia parte del Tavolo di monitoraggio istituito dal Ministero, quali siano le figure tecniche e specialistiche individuate, e quali siano eventualmente le sanzioni previste o applicate/applicabili a fronte di ritardi e lungaggini dei cantieri. Chi decide o valuta cosa si intende per ‘ritardo ingiustificato’? Le sanzioni avrebbero lo scopo di scoraggiare i ritardi.
In terzo luogo, la totale assenza di informazione pubblica circa la possibilità di richiedere eventuali risarcimenti come il rimborso del pedaggio e l’esistenza della piattaforma informatica dedicata. E allora chiediamo: chi avrebbe dovuto promuovere l’introduzione della misura? Perché non si è promossa una campagna informativa specifica? Perché non sono previste delle indicazioni specifiche ai caselli di ingresso e uscita tali da essere visionate e appuntate dagli automobilisti?
Infine, a chi è affidato il monitoraggio circa l’effettivo impiego delle misure di soccorso degli automobilisti in caso di ingorghi o rallentamenti? Credo che tali interrogativi siano meritevoli di attenzione, di coinvolgimento e di una mobilitazione istituzionale perché il trasporto su gomma resta oggi uno degli assi economici strategici dell’Abruzzo e garantirne la vivibilità resta un dovere di chi Governa.