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Abruzzo

Aree interne, Radica (Città del Vino): ‘Preoccupazione per dichiarazioni di rassegnazione del governo’

Roma. “Ci uniamo alla preoccupazione manifestata da moltissimi sindaci e da moltissime associazioni sui contenuti del nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne 2021-2027, che classifica le aree interne come soggette a spopolamento irreversibile. Si tratta di una resa che non possiamo accettare”: lo dichiara Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui fanno parte oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola.

Radica prosegue: “Deve essere il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a dichiararsi contraria e a rivedere questa impostazione. Il governo dichiara di agire a livello diplomatico per ridurre la possibile portata dei dazi sul mercato americano, e tra i settori più colpiti ci sarebbe proprio l’agricoltura. Si tratterebbe di uno sforzo vano se non fosse accompagnato dal sostegno ai territori delle aree interne, dove in molti casi si pratica agricoltura e viticoltura di qualità. Lasciarli a loro stessi significherebbe perdere pezzi di identità del Paese, e potenzialità enormi anche dal punto di vista economico e produttivo. Non è la rassegnazione la strada da seguire, occorrono al contrario politiche e piani strutturati per invertire la rotta. Digitalizzazione, turismo enogastronomico, formazione per i giovani sono strumenti che non sono stati finora nemmeno esplorati o lo sono stati in modo troppo saltuario ed episodico”.

Il presidente di Città del Vino ricorda che “la nostra associazione ha ben presente l’irrinunciabile necessità di sostenere le aree interne, e la pratica in molte delle sue iniziative e in molti dei suoi progetti, come il lavoro sul piano regolatore delle città del vino, la vendemmia turistica, la promozione del manifesto contro la proliferazione indiscriminata di impianti eolici e fotovoltaici, il sostegno al registro delle associazioni delle città d’identità. Il governo consulti noi, e le associazioni e i Comuni che si battono quotidianamente contro lo spopolamento e l’abbandono di una parte così importante del Paese, e si renderà conto che strade alternative alla resa sono percorribili”.

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