
Martinsicuro. L’ordinanza balneare non tutela la salute dei bagnini: e quello che vale per gli altri lavoratori esposti, in questi giorni, alla calura (con le Regioni che hanno disposto sospensioni di alcuni lavori all’aperto, in alcune ore della giornata), non vale per chi si occupa di assicurare il salvamento sulle spiagge abruzzesi.
Sembra una provocazione, ma non realtà non lo è, visto che l’ordinanza che, nell’estate 2025, disegna termini e orario del salvamento a mare, in Abruzzo, continua a generare discussioni. Con il servizio che deve essere assicurato, in maniera ininterrotta, dalle 9 alle 19.
Nei giorni scorsi dal circolo nautico Truentum di Martinsicuro è partita una richiesta ufficiale alla Regione: ridurre l’orario dei bagnini in servizio sulle torrette, con uno stop per la cosiddetta pausa pranzo, come accadeva in precedenza. Va detto che in Abruzzo l’ordinanza che disciplina la sicurezza in mare è decisamente più estensiva rispetto ad altre regioni costiere dell’Adriatico, in termini di orario, ma non solo.
La Regione ha risposto in maniera ufficiale, dicendo che tali competenze sono dell’autorità marittima.
“Quello che vale per le altre categorie di lavoratori non conta per i bagnini”, fa notare Gabriele De Santis, del Circolo nautico. In Abruzzo la giunta regionale non delibera, ragione per la quale la sicurezza balneare viene dettata dalla guardia costiera. In Emilia Romagna, per esempio, l’orario di lavoro viene stabilito dalla Regione, e qui non si prevede nemmeno che il piano di sicurezza nei 300 metri possa essere fatto dai sindaci in modo anche da disciplinare gli orari di lavoro dei bagnini”. E dunque le soluzioni, per tutelare chi lavora in maniera ininterrotta sulle spiagge, potrebbe essere quella di uno stop delle due ore centrali della giornata, oppure in quelle stesse ora di un servizi collettivo ridotto.