Chiusura ponte Paladini, critiche all’Anas anche da Teramo
D'Alberto chiama a raccolta i sindaci del Teramano e auspica la presenza del Commissario Castelli al tavolo con Anas

Teramo. Il sindaco Gianguido D’Alberto si unisce al coro di critiche verso l’Anas per la decisione di chiudere un tratto di Statale 80 per due mesi.
“Le aree interne rappresentano un patrimonio straordinario, da tutelare e valorizzare in un’ottica di area vasta. Perché un territorio, come abbiamo ricordato più volte, cresce solo se cresce tutto insieme. E questo è ancor più vero in un territorio, come quello del cratere sismico, dove la rigenerazione fisica dei territori non può certamente essere svincolata da quella economica e sociale. Eppure, in un momento in cui a livello nazionale si dibatte delle strategie per il loro rilancio, in Abruzzo assistiamo a scelte a dir poco discutibili che rischiano di decretarne la morte.
La chiusura del Ponte Paladini per l’avvio di interventi di manutenzione programmata nel tratto tra Aprati e Ortolano, annunciata da ANAS, che dovrebbe protrarsi per almeno due mesi, priverebbe un intero territorio dell’unica infrastruttura viaria verso l’Aquila alternativa al Traforo. Una situazione che avrebbe pesanti conseguenze per tutti e che lascerebbe la nostra provincia orfana per un tempo lunghissimo di una delle strade più importanti anche dal punto di vista turistico proprio nel periodo di maggior afflusso di visitatori. Per questo, come Sindaco della Città di capoluogo, non posso che chiamare a raccolta tutti i colleghi del Teramano oltre al Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e ai colleghi aquilani per difendere, insieme, il nostro territorio”.
D’Alberto sottolinea, poi, che la decisione assunta dall’ANAS è arrivata “senza un preventivo confronto con il territorio, invitando la società a convocare immediatamente un tavolo tecnico con i territori interessati per individuare soluzioni alternative e sostenibili”.
“Non stiamo contestando i lavori, che vanno eseguiti e siamo i primi a chiedere che ciò venga fatto – prosegue D’Alberto – ma non si può non tener conto dell’impatto che determinati lavori hanno sui territori, altrimenti rischiamo di favorire ulteriormente lo spopolamento non solo delle aree interne ma di intere province, consegnando al futuro interventi che resteranno solo scatole vuote. Quello che chiediamo all’ANAS, dunque, è di individuare, nel confronto con le realtà interessate, che ribadisco non solo solo i Comuni direttamente coinvolti ma due interi territori provinciali, soluzioni alternative che siano calibrate sulle esigenze di realtà, come le aree interne, la cui economia è strettamente legata al turismo e che con la chiusura del ponte proprio nel periodo estivo rischiano di essere messi in ginocchio”.
Per il primo cittadino è necessario coinvolgere nel confronto con l’ANAS anche il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, “con il quale in più occasioni abbiamo affrontato il tema delle aree interne e della necessità di una ricostruzione che garantisca i servizi essenziali e che si accompagni a politiche di promozione dei nostri borghi e non certo alla chiusura di strade e infrastrutture”, così come la Regione Abruzzo, “di cui dobbiamo constatare ancora una volta l’assenza rispetto a decisioni che impattano pesantemente sul territorio”.
Anche l’Associazione Robin Hood – Konsumer esprime preoccupazione ed aderisce alle note di protesta per “i danni indubbi alla debole economia montana che dopo decenni ha lo scorso anno dato segnali di ripresa dopo il lungo periodo caratterizzato dal post sisma”.
L’associazione, “ritiene atteso che la richiesta all’Anas è sicuramente pervenuta dalle imprese appaltanti, atteso che tre gare insistenti nella stessa area, come da tabella
Dal raggruppamento temporaneo delle imprese MONACO FAVELLARO CEDIS E COMOLAI.
“Come si legge, il tris di appalti affidati nel giugno del 2023 sono oggetto di ridefinizione delle scadenze, quindi il crono programma iniziale non è stato rispettato o non è stato possibile farlo, l’esistenza nei stessi luoghi di altri cantieri gestiti dalle stesse società e che devono essere ultimati rappresentano una opportunità per rinegoziare, alla luce delle giuste proteste in essere, per la rideterminazione delle date dei lavori sul ponte al fine di garantire la stagione estiva i fini turistici delle realtà montane teramane e aquilane, senza portare nocumento alle imprese che possono continuare a lavorare negli altri cantieri”, conclude l’Associazione Robin Hood.