
Sant’Omero. La cronaca, legata ad un recente episodio che ora avrà un corso giudiziario (la morte di una donna al pronto soccorso per una embolia polmonare) e i numeri legati alle attività del pronto soccorso dell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero.
L’analisi è del Comitato civico per la tutela dell’ospedale Val Vibrata e della sanità pubblica.
“Di fronte a questa vicenda, non possiamo fare a meno di chiederci: che diranno ora coloro che hanno sostenuto che tra UOC e UOS non cambia nulla, che la struttura sarebbe stata “potenziata”, e che l’ospedale è da sempre al centro delle loro attenzioni?”, si legge in una nota.
Quali nuovi (non) argomenti troveranno questa volta?
Useranno di nuovo il Comitato per scaricare responsabilità e spostare l’attenzione sul solito “avete infangato l’immagine…”?
A differenza di costoro, il Comitato non punta all’immagine, parla bensì di problemi strutturali e di
carenze drammatiche.
Noi, pur non entrando nel merito del singolo episodio — su cui non vi sono ancora elementi di giudizio sufficienti e rispetto al quale la stampa potrebbe aver riportato notizie parziali — sentiamo il dovere di intervenire. Lo facciamo innanzitutto esprimendo profondo cordoglio e rispetto per quanto accaduto. Ma lo facciamo soprattutto per ricordare, ancora una volta, le condizioni di estremo disagio in cui i sanitari del Pronto Soccorso di Sant’Omero sono costretti a lavorare.
Non è certo per screditare i professionisti che operano all’interno dell’ospedale — ai quali va la nostra solidarietà — ma per ribadire che, se eventuali responsabilità dovessero emergere, non si potrà ignorare il ruolo delle dirigenze che governano il settore.
Un dato, tra i tanti, è illuminante.
Nelle Marche, a Civitanova, il settore Emergenza/Urgenza, composto di Pronto Soccorso, Osservazione Brrve e Medicina d’urgenza, dispone di 15 medici in organico. Attualmente ne sono operativi 10: una condizione che viene giustamente denunciata come carenza grave, tanto da spingere a ricorrere a medici interni di altri reparti e a gettonisti per coprire i turni. Il tutto per gestire circa 27.000 accessi l’anno.
Al Val Vibrata, invece, con 28-29.000 accessi annui, i medici non sono dieci ma appena cinque effettivi, con l’aggiunta saltuaria di un paio di esterni a chiamata. In altre parole: ciò che a Civitanova è considerata una crisi, da noi sarebbe un lusso.
Ecco la clamorosa differenza: nelle Marche si denuncia apertamente una carenza che comunque garantisce il doppio dei medici rispetto al nostro ospedale. In Abruzzo, invece, la drammatica situazione del Val Vibrata viene minimizzata, quasi occultata, mentre i cittadini e i sanitari restano soli a pagarne le conseguenze.
È per questo che chiediamo: basta con i silenzi e le narrazioni rassicuranti. Bisogna distinguere fra chi difende davvero l’ospedale — e quindi i cittadini — e chi invece lo fa per posizione presa, o peggio, strumentale e opportunista”.