
Sant’Omero. “È inaccettabile che oggi si tenti di riscrivere la realtà, cercando di scaricare le responsabilità di scelte gravi e penalizzanti su chi legittimamente protesta o difende il proprio territorio. È necessario ristabilire la verità: le uniche vittime di questa gestione sono i cittadini abruzzesi, e in particolare quelli del territorio teramano” scrive in una nota il Consigliere regionale Dino Pepe.
E Pepe fa questa considerazione alla luce del dibattito nato attorno al presente e futuro dell’ospedale Val Vibrata e della questione legata alla riduzione della Uoc, unità operativa complessa.
I fatti. “Tutto ha inizio con l’approvazione della legge regionale sulla rete ospedaliera, votata a dicembre 2023 dal consiglio regionale con il voto favorevole del centrodestra, compreso il consigliere D’Annuntiis e altri esponenti del territorio. Quella legge prevedeva, nero su bianco, la soppressione di 2 UOC su 4 all’ospedale di Sant’Omero, con tutto ciò che ne consegue a partire dall’eliminazione di due primari vincitori di concorso e punti di riferimento autorevoli, oltre a ulteriori tagli per la sanità teramana” spiega il Consigliere.
“Durante l’iter legislativo ho presentato diversi emendamenti per salvare le UOC dell’ Ospedale Val Vibrata e in Commissione Sanità è stato ascoltato anche l’appello accorato del Sindaco di Sant’Omero. Ma nulla è stato accolto. I tagli sono stati confermati. In quella stessa legge, si salvaguarda invece la UOC di Ostetricia e Ginecologia di Sulmona, nonostante abbia meno di 200 parti all’anno, e quell’ospedale viene addirittura promosso a Primo livello” sottolinea Pepe.
“Il centrodestra ha condotto una campagna elettorale nel 2024 parlando di una sanità modello, senza debiti né disavanzi. Ma la verità è un’altra. Dal 1° ottobre 2016 l’Abruzzo era finalmente fuori dal commissariamento, e questo significa che la responsabilità della gestione sanitaria è tornata alla Giunta regionale. Nel 2021 il piano di rientro è terminato e nel 2022 è iniziato il nuovo debito targato Marsilio. Così si è arrivati a un disavanzo di 68 milioni nel 2023, 113 nel 2024 e una previsione di 128 milioni nel 2025. Come risposta, il Presidente Marsilio ha aumentato le tasse per 44 milioni, un’autentica stangata per famiglie e imprese e ha stabilito il blocco del salario accessorio per gli operatori sanitari, punendo economicamente coloro che reggono sulle proprie spalle il peso del servizio sanitario.
Oggi, a disastro compiuto, il centrodestra tenta maldestramente di addossare colpe a chi fa una sacrosanta battaglia per preservare l’Ospedale Val Vibrata. Al danno si vorrebbe aggiungere una vergognosa beffa. Al contrario io ringrazio sindaci e comitato che pongono giustamente domande e si fanno portavoce delle istanze e delle preoccupazioni delle comunità che rappresentano.
Questo centrodestra ha ridotto la sanità abruzzese a brandelli. Sarebbe molto più saggio, anziché alimentare polemiche, dare finalmente un segnale di responsabilità: riconoscere gli errori fatti e procedere con una revisione immediata della rete ospedaliera, ripristinando le due Unità Operative Complesse (UOC) soppresse” conclude Dino Pepe.