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Teramo

Giulianova, Evoluzione Sostenibile: c’era una volta il condominio solidale

Giulianova. L’associazione Evoluzione Sostenibile ha diffuso una nota sulla questione del condominio solidale, ripercorrendo una serie di passaggi, dalla sua istituzione ai giorni nostri.

 

La nota

C’era una volta il Condominio Solidale, poi vennero gli sfratti, i decreti ingiuntivi e lo spreco di denaro pubblico. Cronaca di un fallimento sociale.
C’era una volta il Condominio Solidale, nato a Giulianova nel dicembre 2013 su iniziativa della giunta guidata da Francesco Mastromauro, per far fronte al grave problema dell’emergenza abitativa. Presso il Monastero Santo Volto di via Gramsci furono messi a disposizione nove posti letto destinati a nuclei familiari o persone sole in difficoltà socio-economica. Nel 2018, il Condominio fu ampliato e trasferito in un immobile di via Sabotino, con quattro unità abitative. Il progetto fu finanziato integralmente attraverso il Fondo di Solidarietà, istituito nel 2014, grazie al dimezzamento delle indennità di Sindaco, Vicesindaco, Assessori e Presidente del Consiglio Comunale, senza alcun costo per la collettività.

Poi, nel 2019, arrivò l’amministrazione Costantini che, anziché accompagnarne la crescita, ne interruppe il cammino. Con il ripristino dell’indennità piena per gli amministratori comunali, fu decretato il prosciugamento del Fondo di Solidarietà: una scelta politica che privò il Condominio Solidale delle risorse che lo avevano sostenuto fino ad allora. Così, un progetto nato per accogliere, fu lasciato senza nutrimento, fino all’avvio delle procedure di sfratto nei confronti delle famiglie ospitate. Oggi, due unità abitative risultano ancora occupate da famiglie in gravi difficoltà, alle quali l’amministrazione Costantini ha più volte intimato lo sgombero, senza però fornire alcuna alternativa concreta, né soluzioni abitative dignitose e stabili.

A fronte di ciò, il Comune continua a pagare l’affitto dell’immobile di via Sabotino, pari a 3.000 euro mensili, nonostante l’utilizzo solo parziale degli alloggi. E lo fa, a partire dal dicembre 2019, esclusivamente in seguito a decreti ingiuntivi del Tribunale di Teramo, attingendo ai fondi ordinari del bilancio comunale e gravando così sulla collettività, poiché non sono più disponibili le risorse derivanti dalla rinuncia volontaria alle indennità da parte degli amministratori.
Alla luce di ciò, tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale, dovrà essere discusso il riconoscimento dell’ennesimo debito fuori bilancio, relativo al mancato pagamento del canone d’affitto per il periodo ottobre 2023 – luglio 2024, pari a 30.000 euro. Dovrà essere fatto a breve dal momento che il Tribunale di Teramo ha proceduto alla notifica dell’atto di pignoramento presso la Filiale di Giulianova della BdM Banca. A tale cifra andranno aggiunti circa 6.000 euro per interessi, spese legali e altri oneri legati al ritardo nei pagamenti.

Questo episodio rappresenta solo l’ultimo capitolo di una gestione che ha prodotto rilevanti danni economici. Dal 2019 a oggi, infatti, il Comune è stato destinatario di altri tre decreti ingiuntivi, oltre a quello già citato: nel 2020 per 6.000 euro (due mensilità non pagate: dicembre 2019 e gennaio 2020), nel 2021 per 51.000 euro (diciassette mensilità non versate da febbraio 2020 a giugno 2021) e nel 2023 per 81.000 euro (ventisette mensilità non pagate da luglio 2021 a settembre 2023). A tali somme vanno aggiunti gli ulteriori costi causati dall’inadempienza dell’Amministrazione comunale.
Sorge spontanea una domanda: dobbiamo attenderci un nuovo decreto ingiuntivo per i canoni di affitto non versati da agosto 2024 a oggi, con l’ennesimo sperpero di denaro pubblico?

Ma oltre al danno economico, colpisce anche quello sociale: l’immobile ospita famiglie fragili, e appare paradossale che un progetto nato per garantire solidarietà sia oggi osteggiato da un’amministrazione comunale in cui figura l’assessora Nausicaa Cameli, già responsabile delle politiche sociali nelle giunte Mastromauro, le stesse che idearono e realizzarono il Condominio Solidale.

L’associazione Evoluzione Sostenibile chiede chiarezza su questa brutta vicenda che ha trasformato il Condominio Solidale da simbolo di inclusione a emblema dello spreco, e che la cittadinanza venga informata sulle responsabilità politiche e amministrative che hanno condotto all’ennesimo caso di sperpero di denaro pubblico che, come sempre, sarà a carico dei contribuenti.

 

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