
“Le oltre 116mila domande di indennità di disoccupazione non sono statistiche, sono persone. I numeri pubblicati oggi sull’aumento vertiginoso delle richieste di Naspi in Abruzzo svelano l’ennesima bugia del centrodestra, l’Abruzzo non è in condizione di celebrare nulla sul fronte occupazione, perché dai dati emerge il fatto che il lavoro nella nostra regione è sempre più fragile, discontinuo, povero.
Tutto questo accade perché non c’è una strategia efficace che consenta di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori più diritti, stabilità, sicurezza e dignità”, così il segretario regionale del Partito Democratico Daniele Marinelli e la responsabile Lavoro del PD Abruzzo, Monia Pecorale commentano i dati dell’INPS sulla Naspi pubblicati oggi.
“Sono migliaia le persone che hanno perso il lavoro o vivono di contratti a tempo, saltuari, a chiamata – incalzano i due esponenti Dem – . La precarietà è ormai la normalità e questo Governo regionale sta a guardare soltanto, perché dopo gli anni di stallo del primo mandato, con risorse e iniziative bloccate, Marsilio è passato agli annunci, creando aspettative che non è in grado di sostenere, si pensi al fatto che proprio il lavoro è uno dei settori che più risentirà dei tagli per coprire il deficit della sanità. È ora che la Regione Abruzzo cambi passo. Serve una strategia vera, strutturata, mirata all’occupazione: con incentivi stabili per chi assume a tempo indeterminato, formazione continua, attenzione vera ai giovani, alle donne, agli over 50 esclusi dal mercato per ragioni anagrafiche e non più reinseriti.
Per questo motivo, il Partito Democratico sostiene convintamente i sì ai referendum dell’8 e 9 giugno e invita lavoratrici, lavoratori e famiglie ad andare a votare. Dalla fotografia attuale è chiaro che bisogna rimettere al centro i diritti per aprire una stagione vera di cambiamento, anche in Abruzzo. In questo modo faremo la nostra parte per cambiare le cose, perché non basta sbandierare che in Italia ci sono “un milione di posti di lavoro in più” come ha fatto la Meloni sui media, sapendo bene che dietro quei numeri ci sono stipendi che non bastano ad arrivare a fine mese, contratti precari e zero prospettive. Il diritto al lavoro si garantisce con contratti dignitosi, retribuzioni eque e politiche attive vere. Tutte cose che in Abruzzo oggi mancano del tutto”.