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Da modelli di monitoraggio a strumenti di programmazione: i punti chiave delle liste d’attesa

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Patricia Giosuè (FVM – Fismu – Centro Studi Maccacaro), già pubblicato su quotidianosanità.it

Misurare le dimensioni della performance del sistema sanitario italiano rappresenta una sfida di sanità pubblica bilanciata dalla necessità di intervenire con modelli di governance in favore della programmazione e di politiche sanitarie rivolte ai cittadini utenti. Stabilire un bisogno di salute a fronte di richieste di prestazioni sempre crescenti e in un contesto a risorse sempre più limitate rappresenta una priorità del sistema e una sfida.

Lungo le cinque dimensioni – qualità, efficienza, sostenibilità, equità e accessibilità – riferibili alla misurazione del SSN nazionale attraverso vari indicatori standardizzati, il Tempo di Attesa (WT) è indicatore di accesso alle cure. Preme, tuttavia, precisare che le Liste di Attesa, utilizzano in parte il WT poiché esse stesse rappresentano un indicatore chiave per testare l’efficienza di un sistema sanitario e non possono, da sole, misurare l’accessibilità alla cura. Ne deriva che la questione delle Liste di Attesa per i servizi sanitari va ben oltre la semplice questione della misurazione dei “tempi”, rappresentando un fenomeno multidimensionale, in fase di studio e ricerca tanto in Italia che in altri contesti di salute pubblica e privata.

Le statistiche esistenti circa il fenomeno hanno però un carattere frammentario e si connotano per una difficile comparabilità tra i diversi Paesi e contesti a causa delle diverse metodologie e definizioni adottate. Nella survey OCSE condotta nel 2019 si è evidenziato che nella maggior parte delle nazioni le Liste di Attesa riguardavano aspetti qualitativi, in particolare (in ordine di rilevanza) gli interventi chirurgici in elezione, le prestazioni specialistiche e la diagnostica.

In Italia le Liste di Attesa nel Servizio Sanitario Nazionale rappresentano lo strumento organizzativo mediante il quale viene regolato l’accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie erogate dal sistema pubblico, secondo criteri di priorità clinica e disponibilità di risorse e ciò per garantire l’equità nell’accesso ai servizi sanitari in un contesto in cui la domanda di prestazioni supera spesso la “capacità immediata di erogazione” da parte delle strutture sanitarie.

Secondo il Ministero della Salute, le Liste di Attesa sono definite come il “tempo intercorrente tra la richiesta di una prestazione sanitaria e la sua effettiva erogazione, che deve essere gestito nel rispetto dei criteri di appropriatezza, urgenza e trasparenza”. Ogni regione d’Italia è chiamata a collaborare fornendo dati aggiornati in tempo reale su agende, prestazioni e prenotazioni.

Per ultimare il lavoro il Ministero della Salute si è impegnato con un ulteriore decreto a stanziare 30 mln per l’interoperabilità dei sistemi. Dall’entrata in vigore del provvedimento le Regioni avranno 60 giorni per presentare ad Agenas il progetto operativo. Il flusso informativo introdotto da AGENAS, previsto dal Decreto-Legge n. 73/2024, rappresenta un sistema di monitoraggio centralizzato dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, basato sulla raccolta mensile di dati omogenei, elementari e disaggregati.

Per una Azienda Sanitaria territoriale, il tracciato rappresenta uno strumento essenziale di analisi e governance. Esso consente di monitorare in tempo reale i tempi effettivi di attesa (WT) per ciascuna prestazione e struttura; di verificare il rispetto degli standard nazionali e regionali; di individuare eventuali criticità nella gestione delle agende; di supportare la programmazione dell’offerta sanitaria su base oggettiva e comparabile.

Nel caso in specie ne deriva che i punti chiave da considerare per assicurare il pieno utilizzo dello strumento devono tenere conto della Valutazione dei tempi di attesa; dell’ Effetto dei tempi di attesa sui outcomes sanitari (intesi come esiti per la cura dei pazienti non oncologici; per la cura nella salute mentale; nell’intervallo di tempo tra prestazioni erogate per i pazienti affetti da cancro); dell’ Effetto dei WT sui costi; delle Strategie per ridurre i tempi di attesa, così come pure evidenziato in Belgio e pubblicato nel KCE REPORT (2024).

In estrema sintesi le dimensioni in studio in Belgio come anche in Italia, se traslate in operatività e governo clinico delle risorse, troverebbero un equilibrio tra il valore della misurazione, la formulazione delle politiche e il costo della raccolta dei dati.

E così dello stato di salute della popolazione, al fine di informare politiche sanitarie basate su prove, ridurre le disuguaglianze sanitarie tra i diversi gruppi della popolazione e garantire un sistema sanitario accessibile e su misura, i decisori e i ricercatori possono identificare le priorità sanitarie basandosi su queste opportune informazioni.

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