Nuovo ospedale, Di Pasquale: “Partiti collaborino per bene di Teramo”
Il parere del dirigente regionale del PD

“Nuovo ospedale di Teramo: mettiamo da parte le beghe è il momento di costruire una sanità pubblica efficiente, vicina ai cittadini e capace di garantire il diritto alla salute”.
È il parere della dirigente regionale del Partito Democratico, Manola Di Pasquale.
“La realizzazione del nuovo ospedale civile non può e non deve diventare l’ennesimo terreno di scontro tra destra e sinistra, tra chi rivendica meriti e chi cerca colpe. La politica deve spostare il dibattito dal “dove” e “come costruire” al “cosa ci sarà dentro” e “come funzionerà” la nuova struttura. Non si tratta di una contesa edilizia, ma di una scelta di civiltà: quella di costruire una sanità pubblica capace di rispondere concretamente al diritto alla salute dei cittadini”.
E ancora: “Il punto non è il cantiere, ma la cura. Oggi troppi cittadini abruzzesi – e teramani in particolare – sono costretti a spostarsi verso gli ospedali del Nord per ricevere prestazioni che dovrebbero essere garantite qui. Altri rinunciano proprio a curarsi. Questo non è solo un disagio economico e sociale, ma una violazione del diritto fondamentale alla salute, che la Costituzione riconosce come universale. La sanità pubblica deve tornare a funzionare, deve dare risposte, deve garantire equità. Non possiamo accettare che chi ha risorse si rivolga al privato, mentre chi non ne ha resti indietro. Occorre andare oltre le bandiere di partito, e costruire una sanità che funzioni per tutti”.
“Il progetto del nuovo ospedale della provincia di Teramo è sicuramente un passo avanti. Ma la vera sfida è progettare un sistema sanitario integrato, non solo un edificio. Un ospedale moderno deve essere inserito in una rete di servizi territoriali forti, accessibili e interconnessi. Servono risposte su questioni decisive: quanti posti letto, quali reparti di alta specializzazione e quali tecnologie saranno effettivamente presenti? Come si integrerà la struttura con gli ospedali minori e con la medicina territoriale? Quali modelli organizzativi garantiranno la continuità assistenziale tra territorio e ospedale? Di questo non si parla. Il nuovo ospedale , insomma, deve diventare il cuore di una rete provinciale di sanità pubblica”.
Per Di Pasquale, “serve una riorganizzazione che tenga insieme hub e spoke, dove il grande ospedale provinciale funge da polo per l’alta specializzazione e gli ospedali minori restano presidi fondamentali per urgenze, day hospital, diagnostica e assistenza di base. Allo stesso tempo, la sanità di prossimità – ambulatori, case della comunità, assistenza domiciliare, telemedicina – deve essere rafforzata per evitare ospedalizzazioni inutili e garantire cure tempestive sul territorio. È su questo che la politica deve confrontarsi seriamente: come riorganizzare la sanità di prossimità intorno a un unico ospedale provinciale e come valorizzare i presidi territoriali. Oggi si parla di 130 milioni di euro destinati al progetto. Bene: allora il compito delle istituzioni e della politica deve essere quello di vigilare, con rigore, su come queste risorse vengono utilizzate e provvedere a trovarne altre, se non sono sufficienti. Ogni euro deve essere speso per migliorare servizi, tecnologie, personale e cure. Non per propaganda o per giochi di potere. Basta con i posizionamenti, basta con la politica del “chi accumula più casette”. La salute non è un tabellone di Monopoli: è un diritto universale. Dobbiamo evitare nuovi debiti, sprechi e derive che favoriscano la sanità privata di pochi privilegiati. La vera ricchezza di un territorio si misura nella qualità della sua sanità pubblica”.
“Guardare oltre; Teramo può diventare un modello può fare da apripista per una nuova stagione di sanità pubblica abruzzese. Un grande ospedale moderno, tecnologico, accessibile, affiancato da una rete territoriale solida e da una gestione trasparente delle risorse. Solo così potremo dire di aver costruito una sanità pubblica che funziona: efficiente, giusta e sostenibile. Non serve altro: solo una politica che sappia mettere da parte gli interessi e tornare a servire i cittadini. Cogliamola questa occasione. La salute è troppo importante per essere giocata come una partita di Monopoli. Non servono slogan, servono visione, competenza e responsabilità. Il nuovo ospedale di Teramo può e deve essere il simbolo di un cambiamento vero: un ospedale che cura, che accoglie, che unisce. È tempo di smettere di discutere di dove si costruisce , di chi ha fatto cosa e iniziare a discutere di ciò che si costruisce per le persone. Perché la sanità pubblica non è una spesa, ma un investimento di dignità e futuro per l’Abruzzo. Diventiamo grandi e lavoriamo ognuno nel suo ruolo per il miglior risultato possibile, nell’interesse dell’Abruzzo ma soprattutto per la nostra Teramo”.



