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Pescara

Galeone: Pescara ricorda il suo profeta

Pescara. Nemo profeta in patria, recita l’adagio. Ma Giovanni Galeone, che di Pescara non era originario, è diventato pescarese ad honorem e nell’animo per tutti i pescaresi e molto più di molti pescaresi, non solo per ragioni calcistiche, finanche elevato a profeta.

Per questo, subito dopo la sua morte, nella sua città adottiva si rincorrono i messaggi di cordoglio, superati per spirito da molto più accorati ricordi.

A partire da quello della Pescara Calcio, che sul proprio sito internet ha scritto: “L’intera Pescara Calcio si unisce al profondo dolore per la scomparsa di Giovanni Galeone, uno dei più grandi protagonisti della nostra storia biancazzurra. Con lui abbiamo vissuto alcuni dei momenti più belli e indimenticabili del calcio pescarese, fatti di entusiasmo, passione e orgoglio. Il suo nome resterà per sempre legato a Pescara e ai colori biancazzurri, simbolo di un calcio vero, coraggioso e romantico. Non ci sono parole per esprimere il dolore di questo giorno così triste. Ciao Mister, e grazie per tutto ciò che ci hai regalato. Il tuo ricordo vivrà per sempre nei cuori di tutti noi”.

In mezzo ai ricordi dei suoi ex giocatori, dei giornalisti che lo hanno “vissuto”, delle migliaia di tifosi che lo hanno amato e continueranno ad amarlo (sui social circola già la proposta di intitolagli lo stadio Adriatico), spicca il messaggio di cordoglio del sindaco di Pescara, Carlo Masci: ”

“Non serve essere tifosi, per essere tristi in queste ore. Oggi Pescara ha perso un pezzo importante della sua storia recente, e credo che non sia necessario essere un appassionato di calcio biancazzurro per provare un grande dispiacere per la morte di Giovanni Galeone. Il “profeta” è stato l’uomo delle grandi imprese calcistiche, perché con lui la nostra squadra ha vissuto il brivido di due promozioni in serie A, perché solo con lui il Pescara è riuscito a restare nella massima divisione. Con Galeone abbiamo visto, applaudito e vissuto dagli spalti partite memorabili, con lui il Pescara è riuscito a sfidare a testa alta anche le squadre più temibili, e non c’era avversario che lui temesse perché sapeva di poter vincere, come poi accadeva: con il grande mister a capo della squadra, il Pescara era sempre effervescente, sempre pronto all’attacco, sempre al massimo, spumeggiante e coinvolgente. Puntava costantemente oltre, identificandosi perfettamente con la nostra città che da sempre ha voluto crescere e migliorarsi e questo lo ha fatto entrare nei nostri cuori.
Non era nato a Pescara, è vero, ma questo era un dettaglio trascurabile perché ben presto il mister è diventato pescarese di adozione, uno di quelli che ha amato la città adriatica incondizionatamente, e il suo amore viscerale è stato ricambiato dai pescaresi con un trasporto mai visto per nessun altro nel mondo dello sport. Perché questa passione per la nostra Pescara, il suo sentirsi a casa, ha consentito a Galeone di entrare nel cuore di ognuno di noi. Nel suo mestiere mai facile era un grande, ed è stato il maestro di molti, ma c’è di più: i suoi modi schietti, diretti, profondamente umani, senza spocchia, il suo sorriso, la sua ironia, lo hanno reso unico e lo hanno fatto entrare nella storia di Pescara, senza se e senza ma. A Giovanni, che ho avuto l’onore di conoscere ai tempi di quel Pescara immenso, dico un grandissimo grazie, a nome della città, perché con lui abbiamo vissuto tutti il calcio più bello, un calcio champagne capace di emozionare, e perché ha lasciato un segno, è diventato un mito, entrando a pieno diritto tra gli indimenticabili. Sono certo che Pescara saprà ricordarlo degnamente, dandogli il giusto riconoscimento, un meritato tributo per tutto ciò che ci ha regalato, e faremo in modo che ciò accada”.

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