
L’Aquila. Preoccupa lo stato di salute e igiene di un gruppo di oltre venticinque richiedenti asilo che, da dieci giorni, dormono all’aperto nel capoluogo abruzzese.
Alcuni presentano ferite, irritazioni sulla pelle e prurito diffuso, sintomi riconducibili alla scabbia, ma nessuna diagnosi, in quanto non hanno accesso a visite mediche.
Tra loro c’è Usama, 24 anni, originario del Pakistan.
Mostra una cicatrice sull’addome lunga circa 15 centimetri, conseguenza, secondo il suo racconto, di un’aggressione subita lungo la rotta balcanica. In Serbia alcune persone avrebbero tentato di rapinarlo; nella fuga è stato accoltellato, secondo quanto riferisce all’ANSA. È stato medicato con punti di sutura e ha ripreso il viaggio. In Bosnia riferisce altre aggressioni e presenta segni compatibili con morsi di cani utilizzati nei controlli di frontiera. Accanto a lui ci sono Rashed e Hamza, 27 anni. Quest’ultimo dichiara di aver impiegato cinque anni per arrivare in Europa. Con loro anche Azil, 45 anni, che si muove con un bastone per problemi alla gamba.
Il percorso complessivo di Usama sarebbe durato quasi sette anni attraversando Pakistan, Iran, Turchia, Grecia, Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia.
Nel gruppo c’è anche un giovane proveniente dalla Somalia, che mostra lesioni cutanee e, come gli altri, dorme all’aperto.
“Abbiamo un problema nel nostro Paese. Siamo venuti qui per chiedere aiuto”, afferma. Altri provengono dall’Afghanistan.
Durante la notte non possono sostare davanti alla Prefettura: il personale di sicurezza li invita ad allontanarsi. La notte la passano nei parchi o in edifici abbandonati. Il numero dei migranti è destinato ad aumentare nel giro di qualche giorno, secondo quanto si è appreso.



