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Chieti

Ex Sevel di Atessa, Fiom Cgil: ‘Non è catastrofismo, è la cruda realtà’

"I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni"

Chieti. “L’assessore regionale Tiziana Magnacca continua a rassicurare l’opinione pubblica citando annunci dell’azienda su nuove produzioni elettriche nello stabilimento di Atessa. Peccato però che non entri mai nel merito dei numeri, che sono l’unico dato oggettivo per misurare l’andamento reale di un sito industriale. I dati purtroppo raccontano una storia ben diversa, e non da oggi. Come FIOM ci limitiamo a fornire i numeri di quello che sta accadendo alla ex Sevel e di conseguenza all’indotto.

Nel 2019, quando come FIOM CHIETI mettevamo in guardia sul fatto che la nascita dello stabilimento Stellantis a Gliwice, in Polonia, non avrebbe portato ad aumenti di produzione ma anzi avrebbe sottratto volumi ad Atessa, venivamo accusati di esagerare. Oggi la realtà ci sta dando ragione e continuano a chiamarci catastrofisti.

Nel 2018, prima dell’avvio dello stabilimento di Gliwice, vennero prodotti ad Atessa 297.007 veicoli, grazie all’impegno di oltre 6.400 lavoratori e lavoratrici, più circa 400 trasferiti da altri stabilimenti. L’anno scorso (2024), dopo sei anni, la produzione di Atessa si è ridotta a 192.000 veicoli, oltre il 35% in meno rispetto al 2018. Oggi, a metà 2025, la situazione è ulteriormente peggiorata. I dati parlano chiaro: nel primo semestre di quest’anno si sono prodotti circa 97.980 veicoli, per la prima volta si è scesi sotto la soglia delle 100.000 unità in sei mesi, nemmeno durante gli anni del Covid si era arrivati a tanto. Infine, la produzione giornaliera, nel primo semestre, è stata di 930 veicoli (nel 2018 erano circa 1.250), ma in queste settimane scenderà ulteriormente a 640 veicoli al giorno, oltre il 30% in meno. In queste condizioni, sarà difficile raggiungere i 192.000 furgoni prodotti l’anno scorso.

Dal punto di vista occupazionale la perdita è evidente: dai circa 6.400 occupati del 2018 si è passati oggi a 4.784 lavoratori, di cui 49 già ceduti a FCA Security. E con l’uscita incentivata prevista da Stellantis per altri 402 lavoratori, l’organico si attesterà intorno alle 4.446 unità: una riduzione, dal 2018, di oltre il 30%, circa 2.000 posti in meno, senza contare i lavoratori somministrati, i trasferiti e le ricadute occupazionali dell’indotto.

L’assessore Tiziana Magnacca continua a sminuire le nostre denunce come fossero catastrofismi. Eppure, nella sua stessa dichiarazione, riconosce che: il terzo turno è sospeso, si usano contratti di solidarietà e la produzione si riduce ancora. TUTTO VERO, MA TUTTO DRAMMATICO.

Inoltre, si limita a rilanciare le dichiarazioni aziendali sull’avvio della produzione del nuovo Cargo Box Bev e dei veicoli ricreazionali. Ma quanti ne produrranno al giorno? Quali investimenti strutturali accompagnano queste novità? Chi lavora in fabbrica sa bene che si tratta di produzioni minime, sporadiche, non certo di un piano industriale di rilancio. Ed è inaccettabile che a smentire Jean‑Philippe Imparato su Atessa non sia Stellantis in una sede ufficiale, ma un assessore regionale, per sentito dire.

Davanti a questi dati, parlare di “interpretazioni catastrofiche” è un’offesa all’intelligenza dei lavoratori e dell’intera comunità abruzzese. Non siamo noi della FIOM a diffondere paure: stiamo semplicemente leggendo i numeri ed esponendo ciò che accade ogni giorno dentro lo stabilimento e nelle aziende dell’indotto, tra chi vive sulla propria pelle gli effetti di questa situazione. La catastrofe non è un rischio: è già in atto.

Nel frattempo, Stellantis sta investendo in Polonia, proprio a Gliwice. Lì, sono stati annunciati investimenti strutturati su più fronti: nuovi impianti fotovoltaici, un HUB software con oltre 300 ingegneri attivi, produzione di e-Ducato con batteria da 110 kWh, e persino avvio della produzione di veicoli a idrogeno. Una strategia chiara e precisa che individua Gliwice come nuovo centro nevralgico per l’innovazione e la mobilità sostenibile.

Di tutto questo, però, nulla viene previsto per Atessa. Nessun piano industriale condiviso, nessun investimento dichiarato, nessuna visione per il futuro.

Infine, l’assessore dice di voler “raffreddare i toni” e “non giocare a chi la dice più grossa”. Noi le rispondiamo che qui non si sta giocando affatto. Qui si parla del futuro industriale di un territorio e di migliaia di famiglie. Se davvero vuole capire la situazione, evitiamo le polemiche e la invitiamo a confrontarsi con noi sui numeri. I numeri non possono essere un’opinione e la FIOM espone ciò che i numeri dicono.

Fino a quando non arriveranno risposte vere e impegni concreti, continueremo a farlo, perché crediamo che un Abruzzo industriale, solido e occupato, sia un interesse di tutti e PER TUTTI VA DIFESO”. Si legge così in una nota di Alfredo Fegatelli, della Fiom Cgil Chieti.

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