Pd su studentato di Chieti: ‘Un altro pasticcio targato destra. La Regione agevoli la funzione originaria’

Chieti. “La risposta della struttura regionale all’Ater sulla destinazione d’uso dello studentato di via Gran Sasso è stata netta: l’immobile non può essere destinato ad altri usi. Strano che l’Ater non lo sapesse. O che dovesse persino chiederlo. A questo punto ogni scorciatoia, ad esempio una delibera di giunta regionale, appare come una forzatura, una scelta carica di responsabilità. Analizzando le carte che stanno dietro a questa mediazione impossibile, ci chiediamo perché è così necessaria”, dichiarano il segretario regionale PD Daniele Marinelli, il capogruppo in Consiglio regionale Silvio Paolucci, il componente del Direttivo Regionale Giuseppe Visco, già componente cda Adsu e il segretario dei GD Saverio Gileno sull’argomento con il gruppo provinciale e cittadino.
Dall’esame della documentazione acquisita tramite accesso agli atti dal consigliere regionale Silvio Paolucci emerge un quadro chiaro: la Casa dello Studente di via Gran Sasso a Chieti è di proprietà dell’Ater e la sua gestione, affidata con deliberazione di Giunta Regionale n.564 del 2012 alla stessa Ater (in rettifica di una precedente del 1977), rappresenta un unicum, poiché di norma la gestione di tali strutture compete all’ADSU. Nonostante questo vincolo, negli ultimi mesi si è tentato di piegare la destinazione d’uso della struttura a fini diversi dal diritto allo studio, arrivando persino a ipotizzare un utilizzo da parte di soggetti privati come foresteria.
“Questa insistenza suscita sconcerto e indignazione, come la suscita un comportamento dilettantesco fra le forze in campo – illustrano il segretario regionale PD Daniele Marinelli, il capogruppo in Consiglio regionale Silvio Paolucci, il componente del Direttivo Regionale Giuseppe Visco e il segretario dei GD Saverio Gileno – perché esporre l’intero esecutivo regionale al rischio di approvare un atto che potrebbe risultare illegittimo e impugnabile, quando sarebbe sufficiente attivare percorsi seri e condivisi con Università, Adsu e Comune di Chieti, soggetti legittimati a rendere realmente efficiente e operativo lo studentato già da subito? La verità è che Regione e Ater hanno cercato di piegare un bene pubblico alle esigenze di un’operazione che nulla ha a che vedere con l’interesse generale, compromettendo una struttura costruita con risorse pubbliche e destinata per legge agli studenti. E con tutto il rispetto per gli interessati, risulta assurdo esporre chiunque altro dentro una vicenda che appare impossibile da realizzare sul piano normativo. Questa non è un’opinione, emerge dalla documentazione acquisita che conferma che:
più volte l’Adsu ha chiesto all’Ater garanzie di gestione (portineria, manutenzione, pulizie, guardiania), senza ricevere risposte adeguate e mentre l’Adsu chiedeva di poter aprire la casa dello studente il presidente Ater trattava con i privati per cambiare la destinazione d’uso;
infatti la residenza non è mai stata inserita nei bandi 2024/2025 e 2025/2026, rendendo impossibile stabilire se davvero gli studenti non l’avrebbero scelta;
i ricavi stimati sarebbero comunque inferiori ai costi, rendendo la gestione Ater antieconomica;
l’Ater, invece di garantire i servizi dovuti, ha cercato di scaricare responsabilità sugli studenti, lamentando la scarsità di richieste, e nel frattempo ha avviato trattative con privati.
Un disegno evidentemente c’era, ma significa giocare con bene di tutti e negare diritti agli studenti in una città universitaria – incalzano gli esponenti PD –. Un tentativo maldestro, l’ennesimo, di piegare regole e vincoli, con il solo risultato di bloccare un bene che potrebbe e dovrebbe essere subito destinato alla sua funzione originaria. A questo punto la priorità è chiara: è necessaria l’attesa convenzione tra Ater e Adsu per il bando 2025/2026, come lo è un contributo economico regionale per i costi di gestione, così com’è necessario il coinvolgimento dell’Università e del Comune di Chieti per trasporto e servizi, affinché la struttura decolli, fino a riassegnare stabilmente la gestione dell’immobile all’Adsu, come previsto originariamente. La Regione abbandoni scorciatoie illegittime e apra un tavolo istituzionale con Adsu, Università e Comune: lo studentato di via Gran Sasso torni agli studenti, come la legge e la Costituzione impongono”.