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Abruzzo

Patto per l’Abruzzo: parte da Chieti l’operazione verità sulla sanità

Quale salute? È la domanda a cui il Patto per l’Abruzzo intende rispondere attraverso una serie di iniziative itineranti e diversificate che mettono al centro la sanità pubblica e il diritto alla salute in Abruzzo.

 

Per spiegare i dettagli del programma e le motivazioni che lo hanno reso necessario, questa mattina i Consiglieri regionali di PD, M5S, AVS, Riformisti, Azione e lista civica Abruzzo Insieme, con il Capogruppo Luciano D’Amico, si sono riuniti a Chieti nei pressi dell’Ospedale, per una conferenza stampa. Presente anche il Presidente del comitato ristretto dei Sindaci della Asl 02 e Sindaco di Chieti, Diego Ferrara.

“Attraverseremo il territorio abruzzese con obiettivi chiari – spiega Luciano D’Amico – restituire ai cittadini un’analisi trasparente e documentata sul reale stato della sanità pubblica in Abruzzo, ascoltare dalla viva voce di utenza e personale sanitario le criticità del sistema e attuare una verifica sullo stato delle strutture e dei servizi.

A seguito dell’aumento delle tasse, approvato dalla destra lo scorso 3 aprile, e i tagli per oltre 50 milioni di euro, che la Giunta Marsilio intende far ricadere su servizi e politiche per il territorio, riteniamo doveroso avviare una vera e propria operazione verità che contrasti la parzialità dei dati e le informazioni fuorvianti che sembrano contraddistinguere le affermazioni del Presidente, della Giunta e di tutta la maggioranza di Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia.

 

Dopo oltre sei anni di governo regionale – continua D’Amico -questa destra sta minando, come non mai nella storia della nostra regione, il diritto alla salute così come sancito dall’Articolo 32 della Costituzione, trasformando un bene pubblico ed essenziale in un privilegio per pochi.

I disavanzi delle Asl sono arrivati a 213 milioni di euro. Dopo aver raschiato il fondo del barile per trovare 100 milioni di euro di copertura, rimangono ancora 113 milioni scoperti. Così il governo regionale impone ai cittadini e alle cittadine abruzzesi di pagare più tasse attraverso l’aumento l’aliquota IRPeF e, come se non bastasse, di subire tagli ai trasporti, alle politiche del lavoro, all’agricoltura, al turismo, alla cultura e ad altri comparti strategici per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Contestualmente, però, lo stesso Governo in ambito sanità non riesce a garantire neanche i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che vedono l’Abruzzo precipitare nelle classifiche nazionali al 18esimo posto tra le regioni italiane.

Il risultato di tanta inefficienza è scritto nero su bianco dai numeri che forniscono i maggiori centri studi del Paese: 120.000 abruzzesi rinunciano alle cure per difficoltà economiche o logistiche, 62.000 cittadini senza un medico di base nel proprio territorio, costretti a percorrere chilometri, spesso in aree montane, anche solo per una visita. Pronto soccorso affollatissimi e in sofferenza cronica di personale. E ora, a causa delle restrizioni applicate per coprire la voragine della sanità, si ricorre anche al blocco del turnover per personale amministrativo e sanitario. Un disastro annunciato che abbiamo il dovere di contrastare perché rappresenta il pericolo concreto di un sistema al collasso per l’utenza, per il personale sanitario e per tutto l’indotto del comparto, anche a causa della perdita di centinaia di posti di lavoro.

Il fallimento della destra oggi – incalza l’opposizione – peserà sulla qualità della vita in Abruzzo per anni.

Un tracollo su tutta la linea, marcato anche dalla tecnostruttura dell’Ente. Il piano del Governo Marsilio per risanare il disavanzo milionario, infatti, è stato respinto anche dai Revisori dei conti: in prima battuta con una bocciatura totale, e in seconda battuta con una bocciatura sostanziale, visto che l’ok arriva con una lunga serie di prescrizioni che testimoniano criticità gravi, una gestione opaca e l’assenza di qualsiasi visione di riforma. Oltre ai rilievi contabili, il parere dei Revisori evidenzia anche una frattura istituzionale inedita per la storia della nostra Regione. Il Collegio, infatti, è stato costretto a ribadire formalmente la propria autonomia e indipendenza in risposta alle dichiarazioni ritenute offensive e inappropriate da parte dell’assessore al Bilancio. È anche questo il clima istituzionale degenerato che certifica l’ennesimo fallimento politico e gestionale della destra sul fronte sanitario e non solo.

Nonostante questa fotografia il Presidente, la Giunta e tutta la maggioranza, insistono con una propagandistica autocelebrazione, raccontando agli abruzzesi mezze verità e celando le enormi difficoltà in cui si trova l’Abruzzo dopo il loro passaggio. Per questo abbiamo deciso di attuare una serie di iniziative diversificate per avviare un’operazione verità. Le prime, dopo Chieti, sono previste per il 21 maggio a Sulmona, il 22 a L’Aquila, il 23 a Teramo, il 30 maggio a Castiglione Messer Marino (CH), dove è in essere un grave problema per le ambulanze medicalizzate in zone montane, e il 14 giugno a Pescara, davanti al Pronto Soccorso cittadino. A queste si aggiungeranno altre iniziative che sono in fase di definizione”.

Alle parole dei consiglieri regionali si aggiungono quelle di Diego Ferrara, Sindaco di Chieti e Presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl 02 “La salute pubblica è un tema che continua a destare forte preoccupazione. Nonostante i 25 milioni di euro destinati dal PNRR alla sanità territoriale, la realtà parla di risultati minimi e di una grave e crescente difficoltà. Il deficit prodotto nel 2024, definito strutturale dall’ex manager Schael, sta compromettendo in modo pesante l’intero sistema sanitario provinciale, con un crollo delle prestazioni: da 158.000 nel 2019 a 137.000 nel 2023, e con punte di riduzione dei servizi allarmanti nei presidi di Ortona (-46%), Atessa (-35%), Lanciano (-30%), Vasto (-26%) e Chieti (-10%). Anche sul fronte della rete ospedaliera, le promesse non sono state mantenute. Gli interventi annunciati nel 2023 per l’ospedale SS. Annunziata, per un valore di oltre 60 milioni di euro, risultano fermi o incompleti: dalla costruzione del nuovo corpo P al nuovo edificio per la Radioterapia, dal pronto soccorso all’efficientamento energetico, dalla sala chirurgica ibrida agli ambulatori. A Chieti Scalo, zona popolosa e strategica per la presenza dell’università, della zona industriale e commerciale, il distretto sanitario chiuso nel 2018 non è mai stato riaperto, nonostante le reiterate richieste. Come Sindaco, ribadisco con forza la necessità di un cambio di rotta radicale. La sanità pubblica deve tornare a essere ciò che è per vocazione: un servizio al cittadino, non una sequenza di promesse disattese” conclude.

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