
L’Abruzzo diventa più accessibile e inclusivo per le persone con disabilità. Il nuovo corso passa attraverso la realizzazione di un progetto turistico che coinvolge tre province e che dalla costa alle aree interne si muove sugli itinerari del Cammino Grande di Celestino.
L’idea è di rendere più accessibile e inclusivo il Cammino attraverso la realizzazione di servizi ad hoc in grado di soddisfare la domanda che arriva dalle persone con disabilità.
La nuova iniziativa è stata presentata dall’assessore al Sociale, Roberto Santangelo, e dal sottosegretario con delega al Turismo, Daniele D’Amario, ed è frutto di un progetto finanziato dal Fondo unico per l’inclusione per 1,7 milioni di euro. Con la Regione Abruzzo a dare forma e sostanza al progetto ci saranno il Parco nazionale della Maiella, il Parco regionale Sirente Velino e l’ufficio speciale per la Ricostruzione. “Per la seconda volta – sottolinea l’assessore Santangelo – il ministero delle Politiche sociali ha scelto un progetto dell’Abruzzo per diffondere le politiche di inclusione e accessibilità delle aree turistiche. Dalla parte nostra c’era il felice precedente registrato con il progetto sulla Bike to coast ed è proprio questo, in continuità con una strategia condivisa a più livelli, ha convinto il Ministero a finanziare un nuovo progetto che sulla stessa linea guarda alle aree interne con il Cammino Grande di Celestino che diventa un Cammino di tutti”.
Di “Turismo sostenibile” e di “Regione che accresce la propria credibilità a livello nazionale”, ha parlato il sottosegretario con delega al Turismo Daniele D’Amario. “I numeri degli arrivi e delle presenze dei primi 5 mesi del 2025 ci danno ragione, perché sono numeri che si riferiscono esclusivamente al turismo delle aree interne e della montagna; non è un caso quindi se il progetto di inclusione turistica guarda alle aree interne e alla possibilità di differenziare i servizi a secondo della domanda”.
Tra gli obiettivi che si pone l’iniziativa figurano, lungo tutto il Cammino di Celestino, la realizzazione di infrastrutture e l’organizzazione di servizi accessibili; nuovi format e soluzioni per rafforzare l’inclusività turistica, come la migliore fruibilità delle informazioni, l’accesso ai servizi sanitari e lo sviluppo di attività collaterali ludico-ricreative.