Investimento Renexia per fabbrica di turbine in Abruzzo: al momento una dannosa fiera delle vanità

Abruzzo. Sull’investimento annunciato da Renexia stiamo assistendo a un’inutile e dannosa fiera delle vanità, condita da vere e proprie cretinerie, delle quali l’Abruzzo non ha alcun bisogno.
L’attrazione degli investimenti e la conseguente crescita della comunità regionale, non possono essere analizzati e interpretati come se fossero materia di disputa sportiva, indossando la casacca di una città a discapito di un’altra. Per farci capire meglio, è utile chiarire il contesto e lo stato dell’arte. Al momento, quello di Renexia – impiantare una fabbrica di turbine e aerogeneratori per pale eoliche capace di occupare fino a 1500 lavoratori – è un progetto ambizioso, non facile da concludere e concretizzare, che necessita di molti e ulteriori passaggi e livelli decisionali. Tra le incertezze, vi è anche il luogo preciso dove collocare lo stabilimento.
Decisione che dipende dalla libera scelta dell’impresa, che valuta le caratteristiche dei luoghi a seconda delle necessità (di spazio, logistica, collegamenti…). Non sceglie sulla base della simpatia dei sindaci, né delle chiacchiere. Per questo, come è inopportuno che qualcuno si gonfi il petto se la scelta dovesse ricadere sul proprio comune, altrettanto inutile è prendersela con il sindaco della propria città se accade il contrario. La Regione sta facendo il massimo sforzo e tutto il suo dovere perché le condizioni materiali e immateriali che possono convincere Renexia a investire qui invece che in Sicilia, Lazio o Puglia si manifestino appieno. La Delibera di Giunta appena approvata va in questa direzione.
Molto cretina è invece la polemica che un ex parlamentare di sinistra e già assessore regionale ortonese fa contro il sindaco neoeletto della sua città, secondo lui ‘colpevole’ di non aver ‘sfruttato la filiera’ per portare nel porto di Ortona questo investimento. Premesso che, alla data di oggi, nessuno può dire se Renexia sceglierà Vasto o Ortona, va anche detto che se a Ortona non dovessero esserci le condizioni oggettive per ospitare una fabbrica di quella dimensione (servono almeno 50 ettari di terreni adiacenti al porto), forse qualche responsabilità negativa la porta più chi ha per oltre un decennio assunto ruoli di potere, piuttosto che un sindaco neoeletto dopo dieci anni di opposizione.
Detto ciò, va ricordato che la Regione Abruzzo, così come gli amministratori locali, non possono intervenire sulle scelte di Renexia, perché sono decisioni di politica industriale che in uno Stato di diritto competono all’operatore economico, sulle quali la Regione, così come tutti i soggetti in campo (Governo, ZES unica, Arap) hanno un solo e unico dovere: garantire le procedure più snelle e immediate perché l’investimento venga allocato nel più breve tempo possibile. Capisco che i nostalgici della ‘pianificazione’ e dei fallimentari ‘piani quinquennali’ sovietici la pensino diversamente, ma noi continueremo a difendere l’economia di mercato e la libera iniziativa.
Perché in un sistema globale la competitività si gioca sulla capacità dei territori di essere attrattivi, e se proprio dovessimo valutare un elemento di concorrenza, allora la sfida non è tra Vasto ed Ortona, ma tra l’Abruzzo e le altre regioni che stanno adoperandosi per ospitare gli insediamenti produttivi di Renexia. Chi vuole bene all’Abruzzo, deve muoversi e fare il possibile per battere la concorrenza delle altre Regioni italiane, non scatenare guerre di campanile tra due città della stessa provincia.
In questi anni abbiamo operato con l’intento di costruire un sistema regionale che potesse rispondere nel modo più tempestivo e veloce possibile alle richieste degli investitori.
E’ accaduto con l’insediamento di Amazon a San Salvo, la cui procedura amministrativa si è conclusa in poche settimane, con quello di Brunello Cucinelli a Penne, che è diventato un benchmark in ambito Zes per la celerità con la quale tutto il percorso amministrativo è stato esperito, lo abbiamo ripetuto in queste ultime settimane favorendo il futuro insediamento di De Cecco ad Ortona, che ha ricevuto le autorizzazioni del Coordinatore nazionale della Zes unica in pochi mesi. Ho ricevuto il cav. De Cecco a Pescara nel mio ufficio a fine marzo, quando mi ha illustrato la sua intenzione di costruire una nuova fabbrica. Il giorno dopo ho incaricato il mio Gabinetto e l’Assessore competente di fare l’istruttoria insieme all’Arap. In meno di sei mesi il procedimento autorizzatorio è completo. Questo è il modello di Regione che le imprese stanno apprezzando e conoscendo, e che produce ricchezza, benessere e prospettive di futuro.
Nel 2024 la Zes unica ha rilasciato per la regione Abruzzo 28 autorizzazioni uniche, per un totale di investimenti pari a 240 milioni. Sono numeri significativi, che danno il senso dello sforzo prodotto dagli Uffici ministeriali e da quelli della Regione, che hanno lavorato in sinergia con un solo obiettivo: comunicare che l’Abruzzo è una regione dove è facile investire perché c’è una forte propensione ad agevolare gli investimenti, dove è alta la qualità della vita, come attestano gli indici dell’Istat, di Crea Sanità dell’Università di Tor Vergata e dell’Ance (l’Abruzzo nel 2024 in relazione ai residenti è la prima regione per compravendite e terza per impieghi e mutui bancari).
Criticare i sindaci gratuitamente, tanto per occupare qualche riga sui media, non serve a nulla, così come è bene che gli amministratori locali osservino atteggiamenti più equilibrati quando c’è la corsa a rivendicare certi investimenti, addirittura facendoli risalire a fantomatiche concessioni di altri Governi regionali. Sprovincializzare l’Abruzzo significa elevare anche la qualità del dibattito, perché su tematiche di interesse così rilevante, che hanno un impatto significativo anche sulla reputazione della nostra regione, occorrono giudizi più equilibrati, privi della banale suggestione momentanea, che non produce nulla di positivo.
Spero che, dati questi chiarimenti e fatte le dovute precisazioni, nessuno voglia insistere ad alimentare polemiche tra città e territori. E’ proprio il contrario di ciò di cui abbiamo bisogno. E questa vicenda mi conferma ancora una volta di più nella convinzione di quanto sia utile modificare la legge elettorale, introducendo quel collegio unico che è l’unico modo di selezionare e di far crescere una classe dirigente di livello superiore, scrollandosi di dosso il provincialismo e il campanilismo che indeboliscono l’Abruzzo.