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Le vacanze nell’estate del 2025: calo di presenze e consumi. I motivi della flessione

Giovannelli (Confcommercio): errare è umano ma perseverare è diabolico

Alba Adriatica. Ci sono tanti indicatori che impongono, nell’immediato, riflessioni e strategie molto ponderate.
Per la prima volta, forse, da anni, nella settimana di Ferragosto non ci sarà il tutto esaurito. Alberghi e strutture ricettive, anche nelle località che sembrano andare per la maggiore, hanno camere libere.

E il settore alberghiero, almeno nella provincia di Teramo, è quello, numeri alla mano che sta sopportando meno gli effetti di un calo, generalizzato, nelle presenze turistiche e nei consumi.
L’ultima settimana di luglio è quella che ha fatto suonare l’allarme e che sta producendo effetti e reazioni a catena in questi giorni che precedono il Ferragosto.

I dati, quelli ufficiali, arriveranno tra diverse settimane, a stagione archiviata in pratica, ma da ora alcune considerazioni possono essere fatte per quanto concerne luglio e la prima parte di agosto.
E si intravede, anche attraverso segnali visivi, che si registra un calo di affluenza nelle località costiere e anche di consumi, con i settori collegati al turismo che segnano il passo.

E non basterà certo l’ultimo frangente dell’estate a contenere il calo. Che è generalizzato a livello nazionale, ma che anche a queste latitudini fa sentire i suoi effetti. Nelle strutture alberghiere il calo ruota attorno al 15%, per l’extralberghiero si parla di una flessione vicina al 50%, mentre le attività commerciali e balneari fanno registrare flessioni tra il 15 e il 25%.

Tendenza non nuova. “Da anni si assiste ad un rallentamento delle presenze turistiche”, sottolinea Giammarco Giovannelli, presidente di Confcommercio e Federalberghi Abruzzo. “Ci sono vari fattori alla base di questa tendenza, generato in parte anche da un aumento significativo del carrello della spesa a carico delle famiglie. Costi del carburante, costi energetici e minore possibilità di un risparmio domestico da destinare alle vacanze”.

Come cambia la vacanza. Di riflesso tutti questi elementi presuppongono vacanze decisamente più corte, decise all’ultimo momento, anche in cerca dell’offerta migliore. “In questo momento storico”, prosegue Giovannelli, ” la vacanza, a volte, passa in secondo piano rispetto ai bisogni primari per le famiglie”.

La realtà locale. Dopo il Covid, prosegue Giovannelli, “chi doveva programmare l’economia turistica nei vari comparti ha perso il bandolo della matassa. La tassa di soggiorno è stata raddoppiata, andando ad incidere sui costi delle vacanze, e alcune scelte sono state autolesioniste, scellerate e anche indegne sul piano morale. Tassa di soggiorno che poteva, in parte essere investita sui progetti di sicurezza delle nostre cittadine, per monitorare, coordinare e integrare l’attività che mettono in campo tutte le forze dell’ordine, con l’aumento della dotazione delle polizie locali per un periodo più lungo. Tutto questo non è accaduto. Dopo il Covid c’era la possibilità, concreta, per questo territorio, di consolidare i migliori mercati che ci hanno sempre scelto come destinazione e che hanno rappresentato per 25 anni lo zoccolo duro, riconoscendo e apprezzando la nostra offerta turistica ma tutto ciò non è accaduto.

Nel momento peggiore ci siamo trovati impreparati. E la soprattutto la provincia di Teramo questo lo doveva evitare per la storia che ha dagli anni ’70 in poi, per la scuola che abbiamo fatto per l’accoglienza in Abruzzo”.

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