I rifugiati estromessi dal CAS di Pescara appena ricevuto il permesso di soggiorno: “Nessun preavviso, ingiustizia”

Pescara. I rifugiati nei Centri di Accoglienza Straordinari della Provincia di Pescara estromessi senza preavviso.
A riferire la “gravissima ingiustizia, con risvolti potenzialmente gravi” è l‘Unione Sindacale di Base Unione che, in una nota, spiega: “I richiedenti asilo che, dopo mesi, sono stati ascoltati dalla commissione territoriale preposta e che hanno quindi ottenuto il riconoscimento del loro status e conseguentemente l’agognato permesso di soggiorno per cinque anni, sono stati anche immediatamente estromessi dalle strutture in cui erano ospitati”.
“Senza alcun preavviso”, continua il sindacato, “stamattina, le forze dell’ordine, su indicazioni del Prefetto di Pescara (e del Ministero) hanno estromesso dai C.A.S. tutti i rifugiati con protezione internazionale. Difficile capire perché lo stesso giorno in cui essi hanno ricevuto notizia del riconoscimento, contemporaneamente sia stato loro consegnato l’obbligo di uscita immediata dal centro di accoglienza”.
“É una scelta del prefetto, probabilmente dettata dal Ministero dell’Interno, quella di fare uscire subito le persone senza neanche aspettare la consegna formale del permesso di soggiorno”, incalza l’Usb, “Non si è dato neanche qualche giorno o settimana di tempo alle persone per organizzarsi, per trovare un alloggio, niente. Si obbligano i migranti a finire per strada, nonostante, anzi forse proprio perché essi hanno finalmente ottenuto il permesso di soggiorno. Dove andranno? Come si sistemeranno? Non era meglio aspettare almeno il tempo necessario all’acquisizione formale del permesso? In questo caso ci sarebbe stato un tempo congruo per ognuno per trovare alloggio e lavoro”.
“La scelta ingiustificata e brutale di buttare per strada le persone in questo modo crea una bomba sociale e vanifica mesi e anni di attività e percorsi sociali degli ospiti rifugiati che hanno studiato, lavorano e hanno la possibilità di costruirsi un futuro. É una scelta che spinge le persone verso il ricatto, lo sfruttamento e l’illegalità. Per questo – conclude il sindacato -chiediamo un incontro per domani 30 luglio 2025 con il Prefetto di Pescara per trovare subito una soluzione per i ragazzi appena cacciati dal centro e chiedere alla prefettura di bloccare subito l’uscita dai centri prima della consegna formale del permesso di soggiorno per rifugiato”.