Fascicolo sanitario elettronico: solo 1% degli abruzzesi ha espresso consenso alla consultazione

“Solo l’1% dei cittadini abruzzesi ha espresso il consenso alla consultazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse) da parte dei medici del Servizio sanitario nazionale.
Un dato gravissimo, tra i più bassi in Italia, che evidenzia il profondo ritardo dell’Abruzzo nella digitalizzazione della sanità” – dichiara Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione – “e che rappresenta solo una delle tante criticità del nostro sistema sanitario regionale”.
Il recente monitoraggio della Fondazione Gimbe sull’attuazione della Missione Salute del PNRR restituisce un quadro allarmante: l’Abruzzo risulta fanalino di coda non solo sul piano digitale, ma anche in termini di sicurezza informatica – dopo ripetuti attacchi informatici alle strutture sanitarie – e di sostenibilità economica. “A fronte di una qualità dei servizi che non migliora, oltre 200mila abruzzesi stanno pagando una delle addizionali IRPEF più alte d’Italia, introdotta per coprire il disavanzo sanitario. È inaccettabile continuare a chiedere sacrifici senza offrire in cambio un sistema moderno ed efficiente”, prosegue Sottanelli.
Il confronto con altre Regioni dimostra quanto sia profondo il divario: in Emilia-Romagna l’adesione al Fse sfiora l’89%, in Piemonte, Lazio e Sardegna il grado di completezza dei documenti supera il 94%, mentre anche una Regione del Mezzogiorno come la Puglia ha raggiunto il 71%. L’Abruzzo, invece, è fermo all’1%.
“Il Fascicolo Sanitario Elettronico non è un progetto astratto – spiega Sottanelli – ma uno strumento concreto che consente diagnosi più rapide, cure più appropriate e una presa in carico efficace, mettendo a disposizione di medici e strutture sanitarie tutta la storia clinica del paziente. Restarne fuori significa isolarsi dalla sanità del futuro”.
“L’Abruzzo – conclude – si trova oggi in una situazione paradossale: i cittadini pagano di più, ma ricevono meno. Serve un’inversione di rotta immediata per colmare i ritardi, rafforzare la sicurezza digitale, recuperare fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie e garantire un sistema all’altezza delle sfide future”.