
Tortoreto. Due questioni poste nel corso dell’ultima seduta consiliare. Sono quelle poste dal gruppo Tortoreto al Centro (Libera D’Amelio e Martina del Sasso), che poggiano l’attenzione sulla legalità e trasparenza dell’azione amministrativa.
Bilancio. “In merito al rendiconto di gestione, abbiamo espresso voto contrario non per spirito di contrapposizione, ma per rispetto della verità e della correttezza contabile”, si legge in una nota. “È un fatto noto che il Comune sia stato oggetto di una percezione indebita da parte di un dipendente, che, a quanto pare, avrebbe modificato lo stato di fatto e di diritto, aumentandosi indebitamente lo stipendio. In assenza di una rettifica formale che restituisca attendibilità ai dati, in particolare alle spese per il personale, l’approvazione del rendiconto diventa un atto che travalica la responsabilità tecnica e investe quella politica e giuridica del Consiglio. La verità contabile non può essere sacrificata sull’altare della forma apparente. Il rendiconto di gestione deve rappresentare in modo veritiero ed attendibile la situazione finanziaria dell’ente. La mera conformità formale non esclude l’illegittimità dell’atto ove esso non corrisponda alla realtà effettiva. Le somme indebitamente “auto attribuitesi” dal dipendente comunale non rappresentano un fatto isolato e/o marginale, ma una condotta che ha inciso sul flusso finanziario dell’Ente generando, in altri termini, un vero e proprio ammanco di cassa. Noi riteniamo con onestà intellettuale che questo rendiconto non doveva né poteva essere approvato.
Riqualificazione urbana. “Abbiamo depositato una domanda di attualità rilevando la grave anomalia procedurale derivante dalla nomina di un architetto nel doppio ruolo di RUP e componente del gruppo di lavoro destinatario di incentivi tecnici. Tale configurazione, già censurata da Consiglio di Stato, TAR e ANAC, viola i principi di imparzialità, separazione delle funzioni e buon andamento della pubblica amministrazione.
Colpisce che l’amministrazione comunale non abbia avvertito autonomamente il dovere di affrontare una questione tanto delicata, limitandosi a rinviare la risposta “agli uffici”. Ma quando la procedura è viziata nella radice, non può essere banalizzata o derubricata a dettaglio formale. Forma e sostanza coincidono, specie quando si maneggiano risorse pubbliche, responsabilità funzionali e progetti destinati a cambiare il volto del territorio.
Non solo: l’intervento progettato su largo Marconi e sul lungomare Sirena, che incide su un’area centrale della città, appare tutt’altro che condiviso dalla cittadinanza, che chiede invece spazi verdi, giochi per i bambini e rispetto della vocazione urbana del luogo. La partecipazione pubblica non è un’opzione decorativa, ma un dovere democratico”.