Sentenze amministrative e acquisizione strade: l’urbanistica nel mirino di Tortoreto al Centro

Tortoreto. Dalla vicenda, recente, della palazzina di via Carducci (con il doppio pronunciamento della giustizia amministrativa), ad altri aspetti che investono il settore urbanistica.
Va dritto al nocciolo della questione il gruppo consiliare di Tortoreto al Centro (Libera D’Amelio, Martina Del Sasso), che in una nota pone alcune questioni.
“Non siamo abituati ad abbandonarci con faciloneria o sciatteria a giudizi di sorta, tant’è che è stata già presentata istanza conoscitiva di tutti gli atti; ciò nondimeno qualche interrogativo ce lo dobbiamo porre!
Soprattutto se, nel corso della seduta del consiglio comunale del 31 luglio abbiamo dovuto amaramente constatare che sia stato aggiunto un nuovo capitolo a questo romanzo amministrativo degli errori: il riconoscimento di un debito fuori bilancio di 4.617,08 euro, frutto di una sentenza del TAR che ha condannato l’amministrazione guidata da Piccioni al pagamento delle spese processuali. Una cifra modesta, all’apparenza. Ma dietro quei numeri si nasconde un fallimento gestionale decennale, che ha coinvolto tecnici, amministratori e – purtroppo – una classe dirigente, non tutta per fortuna, inadeguata”.
Si tratta di un procedimento avviato nel 2011 e conclusosi solo nel 2025 con la condanna del Comune, per aver violato il diritto di proprietà di cittadini, tentando di acquisire aree private al demanio senza il necessario consenso, in barba alla normativa nazionale e alla giurisprudenza consolidata. Un errore giuridico marchiano, aggravato da carenze istruttorie, mancata comunicazione ai proprietari, totale assenza di controlli interni e politici.
“Una gestione superficiale e opaca che non può più essere giustificata con la solita frase: “È colpa di chi c’era prima”. No. Qui le responsabilità vanno chiamate per nome”, prosegue la nota. “Chi ha firmato quella determina? Chi ha apposto un parere di regolarità tecnica senza verificare alcunché? Chi ha avallato con il silenzio un atto palesemente illegittimo? E soprattutto: perché oggi a pagare sono ancora una volta i cittadini, mentre chi ha sbagliato continua a occupare funzioni e incarichi?
Siamo di fronte a un rischio di contenzioso seriale? Altre decine di particelle potrebbero essere state acquisite con la stessa procedura viziata. Il danno potenziale, nel caso, sarebbe enorme e non solo per le casse comunali, ma per la credibilità dell’Ente stesso.
L’amministrazione di Piccioni ha il dovere di attivare immediatamente una verifica su tutte le acquisizioni effettuate – vogliamo elementi concreti-documentali e non parole per stare sereni -, di trasmettere il provvedimento alla Corte dei Conti, come previsto dalla legge e immaginiamo sia stato già fatto e di valutare la sussistenza di profili di responsabilità.
È ora di dire basta all’idea che l’errore amministrativo sia una colpa senza colpevoli. Le regole esistono. La legalità non è un optional. La trasparenza non è uno slogan”.