
Arsita protagonista del Forum Internazionale del progetto europeo Tramontana Network, dedicato al patrimonio culturale immateriale delle montagne europee (https://www.re-tramontana.org/) che si svolgerà dal 24 al 27 settembre.
Tramontana Network è una rete internazionale creativa e di ricerca costituitasi ufficialmente in occasione di una candidatura al Programma Cultura dell’Unione Europea, di cui è risultata vincitrice nel 2012 con un primo progetto, esito di una lunga serie di incontri preparatori svoltisi in Italia, in Abruzzo, e in Francia, nella regione del Midi-Pyrénées (in seguito Occitania), fra il 2010 e il 2011.
Fra le iniziative in programma l’inaugurazione di “Rondilà” Centro per l’eredità culturale dell’alta val Fino
Un evento di particolare rilievo, che lega la storia del progetto a quella della comunità di Arsita, è l’inaugurazione del Centro per l’eredità culturale dell’alta val Fino, realizzato grazie Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022, coordinato dall’ASP2 della Provincia di Teramo, dal Comune di Arsita e dall’Associazione Altofino attraverso il GAL Terre d’Abruzzo, al quale Tramontana Network ha collaborato attivamente curandone l’allestimento tramite il partner Bambun APS e mettendo a disposizione una parte significativa dei materiali documentati nel corso delle sue ricerche in area appenninica a partire dal 2012.
L’articolata serie di iniziative è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sala consiliare della Provincia con il presidente Camillo D’Angelo, la sindaca di Arsita, Katiuscia Cacciatore, la presidente dell’associazione Altofino, Caterina Cacciatore e Gianfranco Spitilli, antropologo dell’associazione culturale Bambun che da anni lavora al recupero della cultura materiale e immateriale delle aree interne.
“Noi vi siamo grati per il prezioso lavoro che state facendo – ha dichiarato il presidente Camillo D’Angelo – per un fatto generazionale stanno venendo meno le persone in grado di trasmettere quell’enorme patrimonio rappresentato dalla cultura materiale e immateriale delle nostre aree interne. Lavori come il vostro consentono di tracciare e rendere documentabile per tutti e in tutto il mondo le radici questa identità, un lavoro prezioso soprattutto per i giovani che rischiano di perdere il senso di appartenenza e il desiderio di vivere e investire in questi luoghi”.