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IMR, sindaco chiede apertura di un tavolo ministeriale

Le rassicurazioni dell’azienda non convincono

A seguito dell’ultima riunione del tavolo istituzionale sull’Industriale Sud, convocato dall’Assessore Magnacca su richiesta del sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il primo cittadino, insieme al consigliere regionale Dino Pepe, si fa portavoce delle preoccupazioni confermate dai sindacati di categoria e chiede lo spostamento della vertenza a livello ministeriale con l’obiettivo di verificare, in un’ottica complessiva e superando tavoli e logiche territoriali, gli impegni e il piano industriale di una delle realtà più importanti dell’automotive, che impiega solo sul territorio teramano, 420 lavoratori tra dipendenti a tempo indeterminato e interinali.

Nel prendere atto della disponibilità dell’Assessore regionale Tiziana Magnacca al quale io stesso avevo chiesto la riconvocazione del tavolo con l’obiettivo di fare il punto della situazione, anche alla luce delle forti preoccupazioni espresse dai sindacati e delle sollecitazioni nei confronti dell’azienda rispetto agli impegni assunti sullo stesso tavolo – sottolinea il Sindaco D’Alberto – all’esito dell’ultimo incontro non posso che fare miei i timori espressi dai sindacati. Nonostante le rassicurazioni gli annunci dell’azienda, ad oggi il piano industriale per quel concerne lo stabilimento di Teramo resta assolutamente vago e privo di qualsiasi elemento di concretezza. Nel corso dell’incontro è emerso infatti, come evidenziato dagli stessi sindacati, come alcuni progetti inizialmente ipotizzati per il sito di Teramo non abbiano trovato concretezza mentre per quelli relativi alla SEAT le dichiarazioni dell’azienda sono apparse ancora troppo fumose. Inoltre, non possiamo non stigmatizzare l’atteggiamento di alcuni rappresentati dell’azienda rispetto alle legittime preoccupazioni dei lavoratori, assolutamente inaccettabile. Stiamo parlando di lavoratori che non hanno mai avuto alcuna reazione scomposta e che, al contrario, hanno dimostrato sempre un forte attaccamento all’azienda e un grande senso di appartenenza a questa realtà industriale”.

Da qui la richiesta dello spostamento della vertenza al tavolo ministeriale, con l’obiettivo di avere una visione complessiva sugli investimenti aziendali nelle tre regioni sulle quali insistono i diversi stabilimenti.

Come Comune di Teramo, al di là delle nostre competenze, siamo sempre stati vicini all’azienda e ai lavoratori e continueremo ad esserlo, ritenendo che l’Industriale Sud rappresenti una delle realtà più importanti che insistono sul nostro territorio – conclude il primo cittadino – per questo invitiamo tutta la politica e tutte le istituzioni a fare squadra sul territorio ed evitare che il sito di Teramo venga penalizzato rispetto ad altre realtà che hanno avuto e continuano ad avere più riguardo. Questo al fine di tutelare l’occupazione e il know how dello stabilimento teramano. Al riguardo crediamo sia assolutamente necessario estendere la vertenza a livello ministeriale superando tavoli e logiche territoriali che rischiano di indebolire il nostro territorio a favore di altre realtà. La stessa Regione deve intervenire in maniera più decisa a fianco dei lavoratori”.

Preoccupazioni, quelle espresse dai sindacati e dal primo cittadino, condivise anche dal consigliere regionale Dino Pepe.

La Regione Abruzzo non può restare spettatrice, deve assumersi pienamente la responsabilità di difendere gli interessi del nostro territorio, sia in termini di salvaguardia del patrimonio produttivo che della tutela occupazionale – dichiara Pepe – mantenere una posizione neutra non ha pagato in passato e non pagherà in futuro. È fondamentale comprendere la gravità del momento, data dal fallimento di alcune iniziative annunciate dall’azienda e dall’assenza di un piano industriale dalla progettualità credibile. Questi sono segnali d’allarme evidenti, che dovrebbero preoccupare tutti, Istituzioni in primis. Da parte mia ribadisco la massima disponibilità a sostenere qualsiasi azione concreta volta alla salvaguardia dell’insediamento produttivo teramano e alla difesa dei posti di lavoro”.

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