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Pescara

Movida: ordinanza “Cenerentola” anche a Pescara Vecchia

Pescara. Arriva anche a Pescara Vecchia la cosiddetta ordinanza ‘Cenerentola’ che da mesi interessa il distretto food and beverage di piazza Muzii.

Il sindaco del capoluogo adriatico, Carlo Masci, ha infatti firmato un provvedimento che, per contrastare i rumori, dispone regole ben precise per il centro storico, a partire dal divieto di somministrazione, il venerdì, il sabato e la domenica, a partire dalla mezzanotte, su tavoli e sedie all’esterno e dal divieto, nelle stesse ore, di vendita per asporto di bevande alcoliche.

Le sanzioni amministrative, in caso di violazioni, vanno dai duemila ai 20.000 euro.

La questione rumori fa discutere da tempo a Pescara Vecchia, dove è cruciale anche il tema della sicurezza. Proprio lì, lo scorso weekend, due ragazzini sono entrati in scooter a tutta velocità tra la folla e hanno sparato due colpi con una pistola a salve, episodio su cui sono in corso indagini da parte della polizia. Contro i rumori i residenti della zona avevano anche presentato un esposto.

L’ordinanza sindacale n. 153 del 4 novembre impone per 60 giorni nuove restrizioni per gli esercizi del centro storico: chiusura delle aree esterne a mezzanotte, divieto di somministrazione e asporto di bevande alcoliche, obblighi di chiusura di porte e finestre, controlli sui clienti, pulizie straordinarie e perfino attività di “educazione al bere” e di comunicazione sulle norme di convivenza civile.

L’ordinanza del sindaco Carlo Masci, in vigore già da venerdì, riguarda il perimetro compreso tra via dei Bastioni, piazza Unione, corso Manthonè, piazza Garibaldi e via delle Caserme. Nel provvedimento, che si inserisce nell’ambito del Piano di risanamento acustico, viene richiamata, tra l’altro, la relazione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), che parla di un “notevole superamento del valore limite di immissione notturno” dovuto “alla musica amplificata diffusa dai numerosi locali” e al “rumore antropico”. Rumore rilevabile “ben oltre la mezzanotte nei fine settimana” e spesso qualificabile “come veri e propri ‘schiamazzi'”.

In particolare, il provvedimento impone “dalle ore 24 fino alle ore 6 dei giorni venerdì su sabato, sabato su domenica, domenica su lunedì, divieto di somministrazione su tavoli e sedie che insistono su aree esterne, pubbliche o private”.

Vietata poi, negli stessi orari, la vendita per asporto, “anche per consumo sul posto, di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione”. Gli esercenti avranno l’obbligo di “impilare e accatastare tavoli e sedie e altri arredi”.
Inoltre, per tutti i giorni della settimana, i gestori dei locali dovranno anche “assicurare la chiusura delle porte e delle finestre, assicurare l’attività di controllo verso i comportamenti della clientela, ricorrendo ad accorgimenti organizzativi idonei, promuovere un’attività di comunicazione sulle norme di convivenza civile e provvedere alla completa pulizia degli spazi”.

E non tardano le reazioni polemiche, come quella del capogruppo M5S in Consiglio comunale, Paolo Sola, che la definisce “una risposta muscolare e propagandistica all’episodio dei colpi di arma da fuoco dei giorni scorsi. “Un provvedimento che, ancora una volta, dimostra la miopia e l’approccio puramente repressivo di questa amministrazione convinta che limitazioni e divieti imposti indistintamente a tutti possano garantire sicurezza e restituire vivibilità ai quartieri. Nulla di più lontano dalla realtà”.

“È un provvedimento punitivo, inutile e dannoso – prosegue Sola – che colpisce tutti senza distinguere tra chi rispetta le regole e chi invece crea problemi. A pagarne le conseguenze saranno proprio quegli esercenti che hanno sempre lavorato nel rispetto delle norme, che chiedono solo di poter svolgere serenamente la propria attività e che da tempo segnalano le situazioni fuori controllo alle quali il Comune ha scelto di non porre rimedio. È assurdo che oggi si voglia far ricadere su di loro la responsabilità del degrado che l’amministrazione stessa non è stata capace di gestire”.

Sola sottolinea anche come la misura sia “l’ennesimo atto di persecuzione amministrativa contro una categoria che già da anni subisce ordinanze, limiti, obblighi e controlli sempre più gravosi, mentre nulla si è fatto per un reale piano di sicurezza urbana o per favorire una presenza costante delle forze dell’ordine nei punti più critici del centro storico, o per sanzionare duramente chi somministra alcol ai minori”.

“E oltre al danno c’è anche la beffa – aggiunge Sola – perché il Comune scarica sulle attività una lunga serie di compiti che non possono certo essere di loro competenza: vigilare sul comportamento della clientela anche fuori dai locali, promuovere campagne di educazione civica, garantire la pulizia delle aree pubbliche oltre la loro pertinenza. Tutti obblighi fuori da ogni logica, che pretendono di trasformare i titolari dei locali in vigilanti, spazzini e assistenti sociali. Una presa in giro inaccettabile”.

“Gli esercenti che lavorano correttamente – conclude Paolo Sola – dovrebbero a questo punto valutare azioni civili di risarcimento contro la Giunta Masci, perché queste ordinanze non solo danneggiano economicamente le attività, ma alimentano una narrazione tossica che criminalizza l’intero quartiere e chi lo vive. La sicurezza e la vivibilità non si costruiscono con i divieti e le serrande abbassate, ma con politiche intelligenti, spazi curati, presidi costanti, investimenti nella zona e ascolto del territorio: esattamente tutto ciò che questa amministrazione continua a non fare”.

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