
Pescara. “A Pescara, città di riferimento di un’intera regione per i servizi collegati al turismo e alla ristorazione, occorre ripensare, in un confronto costruttivo con tutte le parti sociali coinvolte, le politiche dedicate alle attività che gravitano attorno a questo campo”.
Così la CNA provinciale torna a chiedere all’Amministrazione comunale di “convocare a settembre un tavolo di concertazione, in modo da risolvere definitivamente i tanti, troppi problemi ancora aperti. Perché serve pianificare e non navigare a vista”.
A dirlo, rinnovando una richiesta già più volte indirizzata al governo cittadino, è il direttore provinciale della CNA, Luciano Di Lorito, che dice: “Diventa sempre più complicato per gli esercenti delle attività collegate alla movida e ai servizi al turismo, districarsi a stagione avviata tra disposizioni e ordinanze di cui non sempre è facile ravvisare coerenza, perché troppo spesso varate inseguendo di volta in volta la contingenza dettata dalle emergenze: dall’ordinanza Cenerentola che vieta la somministrazione di cibi e bevande in alcune aree della città dopo la mezzanotte, a quella più recente dedicata al consumo di alcolici da parte dei minori”.
“Il problema – dice ancora – non è tanto e solo quello di consentire o meno su questa e quella misura, ma il coordinamento tra tutte queste misure, la coerenza tra l’una e l’altra, l’effettiva capacità di farle poi applicare e rispettare”. “Così – aggiunge il direttore della CNA di Pescara – se ad esempio è impossibile non condividere, in via di principio, l’ordinanza che intende frenare i consumi di bevande alcoliche da parte dei giovanissimi, dall’altra si stenta a capire come saranno esercitati controlli per impedirne la vendita o evitare che il consumo si sposti semplicemente da un’area all’altra della città. Oppure come impedire il moltiplicarsi dei bivacchi itineranti, se poi si anticipa la chiusura delle attività che in modo lecito si dedicano alla somministrazione e ristorazione nelle
loro forme più varie”.
Dunque, quello che serve alla città secondo il direttore della CNA provinciale, è “individuare misure che consentano ai tanti operatori che lavorano con scrupolo e coscienza, contribuendo allo sviluppo della economia e dell’occupazione, creando ricchezza per la città, di non doversi arrendere di poter proseguire tranquillamente il proprio lavoro, senza inseguire provvedimenti contingenti. Per questo serve un confronto, che getti le basi di un deciso cambio di passo: altrimenti c’è il rischio che in tanti gettino la spugna”.