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Abruzzo

Giornata Mondiale della Salute Mentale: l’appello dell’Usanam Abruzzo

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale evidenziamo che i servizi di salute mentale in Abruzzo si presentano ancora non completamente rispondenti ai bisogni della popolazione. I Dipartimenti di Salute Mentale continuano o tornano ad essere sommatorie di Unità Operative invece di sistema organizzato di servizi.

 

Si evidenzia la perdita di centralità del Centro di Salute Mentale a vantaggio dei servizi ospedalieri con ricoveri e dimissioni che non vedono il governo dei Centri stessi.
I CSM appaiono in difficoltà nel rispondere in modo adeguato alle esigenze della popolazione e appaiono purtroppo ancora formali ed irrigiditi sulle procedure d’accesso e di accoglienza, focalizzati sugli interventi ambulatoriali con prioritario e spesso prevalente ricorso alle terapie farmacologiche più che agli interventi psicosociali.

Rispetto ai decenni precedenti si registra un maggior ricorso al Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Nelle ore e nei giorni di chiusura dei Centri di Salute Mentale si attiva il sistema del 118 che risponde alle chiamate sul territorio con accompagnamento in Pronto Soccorso e spesso inevitabile ricovero. Gli SPDC (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) oggi costituiscono il punto di riferimento obbligato per persone sofferenti sia per patologie psichiatriche che dipendenti da sostanze in astinenza o intossicazione acuta, con conseguente affollamento e sofferenza.

A livello di inclusione sociale e lavorativa, gli inserimenti lavorativi risultano quasi sempre limitati
all’uso di tirocini formativi che non esitano in vero lavoro. Le soluzioni abitative sotto forma di alloggi
supportati o convivenze solidali risultano ancora rare.
Adeguata riflessione merita la questione dell’inserimento nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) degli autori di reato affetti da disturbi mentali e dichiarati socialmente
pericolosi: le proposte regionali sembrano orientate a istituire strutture “pre-REMS” o accreditare
posti in privato convenzionato. Riteniamo invece opportuna l’istituzione di un tavolo regionale
permanente Magistratura-Psichiatria, che orienti le ASL e i Dipartimenti di Salute Mentale a
costruire ed attuare progetti di dimissione convincenti al fine di consentire alla Magistratura di
applicare misure di sicurezza alternative.

Un’altra area critica è rappresentata dal disagio dell’infanzia e adolescenza: si riscontra purtroppo una costante “sanitarizzazione” dei comportamenti di disagio emozionale, cognitivo e comportamentale in tali fasce di età (vedi aumento esponenziale delle diagnosi scolastiche per disturbi specifici dell’apprendimento o per ADHD, etc…). Tali prassi determinano talora il rischio di cristallizzare la costruzione di potenziali carriere psichiatriche, piuttosto che rispondere ai bisogni evolutivi dei minori.

Nella Giornata Mondiale della Salute Mentale ribadiamo l’importanza di contrastare le forme d istituzionalizzazione e promuovere una rete di supporto più forte e inclusiva per le persone con
disturbi mentali.
La carente presenza di una residenzialità “leggera” (gruppi appartamento, alloggi supportati, case famiglia) comporta una difficoltà operativa nei progetti di autonomia abitativa e di stimolo alla realizzazione di programmi evolutivi per le persone. Questo determina la coabitazione forzata delle persone in contesti familiari disfunzionali o il loro collocamento presso le comunità residenziali, con alti costi per la sanità regionale.

Sarebbe più utile, per le persone e le famiglie, destinare tali fondi all’attivazione del budget di cura che permetterebbe di personalizzare gli interventi sui bisogni delle persone senza allontanarle dal loro contesto sociale di appartenenza.

È fondamentale:
− garantire l’apertura H24, 7 giorni su 7, dei Centri di Salute Mentale;
− supportare costantemente le famiglie con Gruppi di Auto Mutuo Aiuto, interfamiliari e
multifamiliari;
− migliorare la formazione del personale, arricchendo in particolare le competenze
professionali d’intervento sulle strategie non farmacologiche;
− favorire la creazione di abitazioni condivise per massimo 4/5 persone, sostenute dai servizi
territoriali sanitari e sociali;
− costruire reti fra i Centri di Salute Mentale, gli Enti Locali e il Terzo Settore (cooperazione
sociale e associazioni di salute mentale, in primis) per elaborare progetti basati sul budget di
cura;
− attivare sportelli d’ascolto per il disagio giovanile a adolescenziale presso gli istituti
scolastici o presso gli Enti Locali, con supporto specifico nei confronti delle famiglie;
− promuovere l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi mentali.
Il problema della mancata integrazione delle risorse del sociale con quelle sanitarie appare un
problema storico gravoso, purtroppo mai risolto: il budget di salute potrebbe fare da volano per la
promozione di una forte collaborazione tra sociale e sanitario in un’ottica integrata dei progetti alla
persona.

È giunto il momento di cambiare il modo in cui affrontiamo la cura, passando da un approccio
ospedaliero ad uno comunitario e inclusivo.
Tutto quanto illustrato riteniamo debba essere discusso all’interno della Consulta Regionale per
la Salute Mentale, istituita con Delibera di Giunta ed attualmente in attesa di nuova convocazione
dal 2022, come da richieste dell’Osservatorio Regionale per la Salute Mentale.
Solo lavorando insieme possiamo favorire una società più accogliente.

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