Open day Asl Teramo, “Certificato del fallimento nella gestione delle liste d’attesa”
I consiglieri regionali chiedono revisione del sistema di prenotazione

L’open day organizzato dalla Asl di Teramo lo scorso weekend, per i consiglieri regionali Giovanni Cavallari (Capogruppo Abruzzo Insieme), Sandro Mariani (Presidente Commissione Vigilanza), Dino Pepe (Consigliere Regionale Partito Democratico) ed Enio Pavone (Capogruppo Azione) è stato “la certificazione del fallimento nella gestione delle liste d’attesa”.
“Altro che successo: i numeri dell’open day della ASL di Teramo, dedicato alle ecografie alle carotidi, rappresentano la certificazione ufficiale del fallimento nella gestione delle liste d’attesa nella nostra provincia”, ribadiscono i consiglieri. “Quando un’Azienda sanitaria è costretta a ricorrere a iniziative straordinarie di due giorni per garantire esami diagnostici di routine, significa che il sistema ordinario è in tilt.
E ancora: “Il 99% di adesione, sbandierato come un trionfo, non è un successo organizzativo, ma la prova del disagio dei cittadini, costretti a correre all’appuntamento per paura di perdere l’unica occasione utile.
I dati diffusi dalla stessa ASL parlano chiaro: su 1.160 persone contattate, oltre 500 avevano già effettuato l’esame altrove o non erano più interessate, segno che le liste d’attesa non sono aggiornate e necessitano di una revisione strutturale. Una gestione sanitaria efficiente dovrebbe garantire il costante aggiornamento e la verifica delle liste, non vantarsi di averle “ripulite” grazie a un open day. Ridurre del 30% le attese attraverso un evento straordinario non rappresenta un risultato, ma un palliativo: è la dimostrazione che il problema è sistemico e non si risolve con operazioni di facciata”.
I consiglieri chiedono che “la Direzione Generale e la Regione Abruzzo avviino una revisione seria del sistema di prenotazione (CUP) e delle agende diagnostiche, garantendo più personale, maggiore trasparenza e un monitoraggio costante delle liste”.
“I cittadini non hanno bisogno di propaganda, ma di una sanità che funzioni tutti i giorni. L’open day non è il segno di un cambiamento, ma la fotografia di un fallimento che va affrontato con coraggio e responsabilità politica.”



