Ordinanza balneare: parte da Alba Adriatica la richiesta di modifiche per il 2026
Iniziativa promossa dal coordinamento di Forza Italia con la presenza dei concessionari

Parte da Alba Adriatica una riflessione, ma che è anche una sorta di attivismo, per modificare alcuni degli aspetti dell’ordinanza di sicurezza balneare che tanti grattacapi ha creato nella stagione 2025, orami conclusa.
Anzi, c’è un aspetto che merita di essere evidenziato. Ben 12 chalet, soprattutto della zona nord, hanno già chiuso i battenti in anticipo, e comunque con giornate ancora decisamente estive, per la mancanza di bagnini.
E’ stato un confronto decisamente costruttivo quello andato in scena nei giorni scorsi, allo chalet Galliano di Alba Adriatica, organizzato dal coordinamento cittadino di Forza Italia (dal segretario Daniele Straccia nello specifico), nel corso del quale i concessionari hanno incontrato ed espresso le loro rimostranza al consigliere regionale Emiliano Di Matteo. Presente anche Giorgia Marconi, responsabile della società Costa Sicura, che garantisce le attività di salvamento a mare su tutto il litorale da Martinsicuro a Giulianova.
L’obiettivo è quello di lavorare per tempo, con gli enti deputati, in modo da avere un quadro chiaro, diverso da quello attuale, per la stagione 2026. Le problematiche sono di gittata locale, ma anche nazionale visto il decreto che prevede sostanziali novità per i bagnini: ossia dal 2026 non potranno essere brevettati minorenni e over 50 e questo aspetto, soprattutto per i più giovani, che rischia di mettere in ginocchio il settore del salvamento.
Orari. Due sono gli aspetti che hanno poi reso complicata l’attività del salvamento, così come disciplinata dall’ordinanza di sicurezza balneare emessa dalla capitaneria di porto. Gli orari: dieci ore, ininterrotte, dalle 9 alle 19 e il periodo senza effettuare differenze tra bassa e alta stagione, con problemi anche di reperimento di personale a maggio e settembre, anche in relazione al fatto che circa il 50% degli addetti al salvamento sono studenti o minorenni.
Ecco perché c’è chi a settembre, non avendo personale, ha preferito chiudere in anticipo per evitare sanzioni.
Tutti questi aspetti sono stati oggetti di un confronto con il consigliere regionale di Forza Italia, che ora aprirà un tavolo in commissione per iniziare a rivedere alcuni aspetti e uniformare l’ordinanza regionale a quello che accade nelle vicine Marche.
Altro aspetto riguarda anche gli investimenti che gli enti pubblici fanno per la copertura delle spiagge libere. I concessionari pagano circa 95 euro al metro lineare, le pubbliche amministrazioni nemmeno 30 e potrebbero, in linea teorica, nemmeno essere obbligate ad assicurare il servizio. In ogni caso, i concessionari hanno come obiettivo quello di arrivare ad avere un’ordinanza diversa da quella attuale, con anticipo, utile per contenere tutte le criticità emerse, che potrebbero anche crescere in ottica futura.