
Abruzzo. Mettere in sicurezza l’acquifero del Gran Sasso con una gestione unitaria e trasparente.
È l’appello lanciato dall’ingegnere Giorgio Morelli e dal geologo Mauro Manetta, da anni impegnati nella tutela del sistema idrico sotterraneo.
I due esperti riconoscono i passi avanti compiuti dal commissario straordinario Pierluigi Caputi, che ha aggiornato il quadro e avviato l’iter per la stesura del Docfap (Documento di fattibilità delle alternative progettuali), atteso per ottobre 2025.
Contestano la scelta di procedere con interventi separati: da un lato nei laboratori nazionali del Infn, dall’altro nei tratti in galleria.
“Una frammentazione delle responsabilità – osservano – rischia di compromettere coerenza ed efficacia degli interventi”. Per questo chiedono che i lavori siano condotti sotto un’unica regia, eventualmente suddivisi in lotti funzionali, così da garantire la continuità degli esperimenti scientifici senza rinunciare alla sicurezza idrica.
Morelli e Manetta sollecitano inoltre verifiche sismiche nelle sale dei laboratori, in considerazione della presenza di una faglia attiva segnalata dall’Arta Abruzzo, e criticano la prosecuzione della campagna di sondaggi geognostici, giudicando inutili e rischiose nuove perforazioni se non supportate da evidenze scientifiche innovative.
“La sicurezza dell’acqua – sottolineano – non è un ostacolo, ma la condizione stessa che può garantire la continuità e la credibilità delle ricerche”. L’appello è rivolto al commissario e a tutte le istituzioni competenti affinché siano superate le contraddizioni e si arrivi finalmente a una gestione unitaria per la salvaguardia dell’acquifero del Gran Sasso, bene vitale per centinaia di migliaia di cittadini abruzzesi.