Il Comitato: “Perché è stata tagliata la UOC di Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale Val Vibrata?”

Il Comitato Civico a tutela dell’Ospedale Val Vibrata solleva interrogativi sulla scelta politica di declassare l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Ostetricia e Ginecologia a semplice articolazione (UOS) della UOC di Teramo.
Una decisione che sembra legata alla volontà – o pretesa – da parte della politica teramana, di ottenere per il futuro ospedale del capoluogo il riconoscimento di DEA di II livello.
Per ottenere questo status, però, è indispensabile la presenza di una Terapia Intensiva Neonatale (TIN), finora assente a Teramo. Ma una TIN non si può istituire a prescindere: servono criteri precisi, tra cui un numero minimo di parti annui, fissato a 1.500. A Teramo, nel 2024, se ne contano appena 640.
La strategia sembrerebbe dunque quella di “sacrificare” il Punto Nascita di S. Omero per far convergere i parti su Teramo, così da rendere almeno numericamente plausibile l’attivazione della TIN.
La recente legge regionale sul riordino ospedaliero ha infatti assegnato a Teramo una TIN da appena due posti letto. Ma questo tipo di programmazione solleva molte perplessità: è davvero razionale, efficace e sostenibile, soprattutto in una regione con gravi criticità finanziarie e dove esistono già tre TIN operative, a L’Aquila, Pescara e Chieti?
In altre regioni, come le Marche, si tende a centralizzare per garantire sicurezza e appropriatezza: basti pensare all’unica TIN del Salesi di Ancona, con 24 posti letto.
Alla fine, il risultato rischia di essere un doppio danno: da un lato si depotenzia l’Ospedale di S. Omero, punto di riferimento per l’intera Val Vibrata; dall’altro si costruisce un servizio a rischio sotto-utilizzo, con costi elevati e sostenibilità incerta.
Il Comitato denuncia quindi una scelta miope, che potrebbe indebolire l’intera rete ostetrica della ASL di Teramo, senza garantire reali vantaggi in termini di salute pubblica.