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Teramo

Sit-in a Teramo per chiedere la fine del gemellaggio con la città israeliana

Casa del Popolo chiede anche l'interruzione dei rapporti commerciali tra il Comune e le aziende israeliane

Un forte appello, un sit in organizzato dalla Casa del Popolo sabato 20 settembre, alle 17:30, lungo corso San Giorgio a Teramo, sotto i portici di “Fumo”, per chiedere all’amministrazione di rompere il gemellaggio con la città israeliana di Rishon LeZion.

 

Non dimentichiamo che lo scorso gennaio Teramo fu blindata per accogliere, coi più sudici e servili onori, l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, mentre migliaia di bambini palestinesi uccisi, ospedali rasi al suolo e giornalisti assassinati segnavano con chiarezza la misura del genocidio in corso”, esordisce la Casa del Popolo in una nota.

“Chi denunciò quella presenza infame, affermando che non si poteva accogliere nella nostra città l’emissario di uno stato illegittimo e terrorista, fu bollato come antisemita. Fin da subito fu necessario per noi posizionarci dalla parte giusta della storia, ribadendo che non c’è mai stato e non ci sarà mai spazio per i fascisti né per i sionisti in questa città, perché come non esistono fascisti buoni, non esistono sionisti buoni, e la favola tossica del “sionismo buono” è il veleno che ha anestetizzato ogni critica politica e ci ha condotti dritti alle macerie e ai cadaveri che oggi scorrono sui nostri schermi. Dopo oltre 70000 morti e quasi due anni di assedio, la giunta comunale ha finalmente trovato il coraggio di balbettare la parola “genocidio”. Temiamo, e non senza ragione, che queste lacrime di coccodrillo si riducano a riti ipocriti buoni solo a salvare la faccia, senza intaccare in nulla le complicità accumulate negli anni”.

La richiesta di rompere il gemellaggio tra Teramo e la città israeliana di Rishon LeZion

“Oggi siamo noi a esigere, senza rinvii né diversivi, scelte politiche coerenti: rompere subito il gemellaggio con la città israeliana di Rishon LeZion, che campeggia sui cartelli all’ingresso di Teramo, come minima e basilare prova di coscienza umana, come segnale che non state compiendo l’ennesimo tentativo di lavarvi le mani sporche dopo anni di servilismo. Da questo gesto deve nascere una dichiarazione pubblica di incompatibilità politica con il sionismo”.

“E non meno necessario della rottura del gemellaggio è il ricorso a un’altra arma che resta nelle nostre mani: il boicottaggio. Pretendiamo quindi che il Comune di Teramo recida ogni contratto con aziende israeliane, a partire dalle forniture farmaceutiche delle farmacie comunali”.

“La vostra coscienza, è già irrimediabilmente sporca. Teramo resterà marchiata da questa complicità finché non spezzerà, una volta per tutte, il legame con Israele”, conclude la Casa del Popolo.

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