Sanità teramana: spesa più bassa in Abruzzo e doppia penalizzazione per la Val Vibrata
Il Comitato: "Serve un progetto di rilancio degli ospedali periferici"

Val Vibrata. Il Comitato Civico per la tutela dell’ospedale Val Vibrata snocciola i dati sulla spesa sanitaria mettendo a confronto i bilanci, sotto questo profilo, la spesa pro-capite delle quattro aziende sanitarie.
L’Aquila: 1.104 euro/cittadino
Pescara: 1.185 euro/cittadino
Chieti: 1.013 euro/cittadino
Teramo: 990 euro/cittadino
“Non solo Teramo è la più penalizzata – osserva il Comitato – ma una parte significativa di queste risorse è assorbita dalla mobilità passiva, molto più alta rispetto alle altre ASL. E nonostante questo, i tagli imposti dalla Regione sono lineari, uguali per tutti, nella misura del 2%. Un criterio che non ha alcuna logica”.
Per la Val Vibrata la situazione è ancora più critica: oltre al peso dei tagli regionali, l’ospedale subisce scelte aziendali che si traducono in carenze strutturali e di personale. Tra le principali criticità elencate dal Comitato:
• taglio della UOC di Ginecologia e Ostetricia;
• mancanza di circa 30 infermieri/Oss e 20 medici;
• ritardi sugli interventi promessi (RMN, Lungodegenza);
• assenza di progetti di adeguamento strutturale.
Eppure – osserva il Comitato – l’ospedale Val Vibrata ha una funzione strategica, trovandosi in un’area di confine da cui proviene gran parte della mobilità passiva, derivante dal ricorso di tanti cittadini a strutture sanitarie extra-ASL, in prevalenza verso le confinanti Marche.
La proposta del Comitato. Per invertire questa tendenza e ridurre i circa 60-70 milioni di euro che ogni anno escono dall’ASL verso altre regioni, il Comitato propone un piano di rilancio a 4-5 anni che punti su un asse tra gli ospedali di Sant’Omero e Giulianova.
• reintroduzione delle UOC di Chirurgia e Ortopedia a Giulianova e di Ostetricia-Ginecologia a Sant’Omero;
• istituzione di una UOC di Emergenza/Urgenza al Val Vibrata (Pronto Soccorso, Osservazione Breve, Medicina d’Urgenza);
• organizzazione hub/spoke tra i due ospedali per l’Endoscopia digestiva, con una di essa di tipo interventistico e operativa h 24;
• specializzazione delle due ortopedie in ambito traumatologico o artroscopia o protesico, sempre secondo un modello hub/spoke.
“Un progetto del genere – conclude il Comitato – è razionale, realizzabile, sostenibile per le casse pubbliche e soprattutto vicino ai bisogni reali dei cittadini che sempre più spesso fanno fatica ad accedere alle cure, oltre ad essere costretti sempre più a ricorrere al privato, la cui offerta, in verità, cresce continuamente.
Una politica di alto profilo non potrebbe non prenderlo in considerazione”.