
Notaresco. Un gruppo di sei famiglie si vede travolto da un progetto di “Consolidamento e risanamento idrogeologico nel territorio comunale”, per il quale non sono mai stati mai avvisati né tantomeno coinvolti nell’avvio della progettualità, come sarebbe dovuto avvenire per legge.
Accade nel Comune di Notaresco – località Fosso Cupo, dove i proprietari di terreni e immobili con uliveti trentennali si trovano di fronte al fatto compiuto dell’amministrazione comunale che senza aver dato la
possibilità di un confronto con la popolazione coinvolta e senza aver dato la possibilità di provvedere a
salvare i propri ulivi piantumati, cresciuti e accuditi con amore e dedizione da generazioni passate, oggi si
trovano a dover stare a guardare l’avvenimento dei fatti: esproprio dei terreni per pubblica utilità e gran
parte a servitù permanente.
I proprietari degli uliveti sono venuti a conoscenza di un progetto solo nel mese di maggio 2025, quando la
delibera di approvazione di tale progetto è stata effettuata a dicembre 2019.
Tutto ormai è stato approvato senza che l’amministrazione né passata né presente si è premurata di seguire la normale procedura di diritto amministrativo prevista dalla Legge 241/90 ben nota nelle pubbliche
amministrazioni, che prevede degli adempimenti amministrativi ben dettagliati prima di procedere ad un
lavoro “di pubblica utilità”.
All’avvenuta notifica della progettualità in atto, gli stessi proprietari dei terreni coinvolti si sono precipitati a chiedere spiegazioni al primo cittadino che si è apprestato a definire che l’opera è stata progettata dalla precedente amministrazione e che l’attuale sindaco l’ha solo ereditata.
Un’opera, aimè, che vede un’importante dispiego di energie finanziarie dello Stato di circa 385.000 euro
e un grave danno ai proprietari degli uliveti, poiché prevede l’abbattimento di più di 100 piante di ulivo
trentennali. Ma nessun problema spiega il primo cittadino, i proprietari saranno equamente ricompensati!
Se non fosse che da quanto si evince dal quadro economico notificato unitamente all’avviso di esproprio, le
piante di ulivo trentennali sono state valutate per un valore economico di 105,00 cadauno! Quest’opera
vale davvero la pena di essere realizzata? Quante piante devono essere abbattute a discapito dei
proprietari che si ritrovano con gran parte del terreno espropriato e con esso abbattute dalle 30 alle 50
piante di ulivo ciascuno? Piante di ulivo che producono una sostanziale raccolta di olio evo e che sono
sostegno alimentare per l’intero anno per ogni famiglia.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco Antonio Di Gianvittorio e tutta l’amministrazione e i tecnici coinvolti , la
Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo, che hanno dato i pareri positivi all’opera, a rivalutare il suddetto
progetto ed a considerare il sacrificio che ogni cittadino proprietario si vede costretto a rinunciare ai propri
ulivi vedendoli abbattuti senza una soluzione alternativa e magari valutare anziché un abbattimento, un
espianto e ripiantumazione a tempo debito, onde salvaguardare i diritti di tutti i cittadini e non solo di
pochi eletti che hanno richiesto l’avvio di questo progetto.
Non dimentichiamo, inoltre, che le piante di ulivo sono oggetto di protezione a livello europeo, nazionale e
regionale dalla normativa vigente.