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Teramo

Il ministro Santanchè presenta la guida “i cammini della rinascita” nei territori del sisma

Camminare per rinascere. È questa la scommessa dei territori dell’Italia Centrale colpiti dal sisma del 2016, che oggi puntano con forza sul turismo lento come leva di rilancio economico, sociale e culturale.

 

Dall’adozione di questa strategia nasce la guida “I cammini della Rinascita. Tesori nascosti nell’Appennino centrale” di Chiara Giacobelli (Giunti Editore), presentata nella giornata odierna dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè e dal Commissario Straordinario per il sisma 2016, Guido Castelli nella Sala Stampa di Palazzo Chigi. Si sono collegati all’appuntamento il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il Presidente della Regione Umbria Stefania
Proietti, il Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’VIII Centenario della morte di San
Francesco d’Assisi Davide Rondoni.

La guida è un viaggio tra natura, spiritualità, arte e storia, che attraversa i territori appenninici segnati dai sismi del 2016-2017, ma oggi proiettati verso una rinascita. Il “turismo lento”, infatti, rappresenta uno strumento essenziale di rigenerazione economica e sociale, che offre occasioni di ripartenza e crescita per le comunità che vivono in quei territori. I nove cammini raccontati nel volume (Cammino Francescano della Marca, Via Lauretana, Cammino dei Cappuccini, Cammino nelle Terre Mutate, Cammino di San Giuseppe da Leonessa, Cammino di San Benedetto, Via di Francesco, Cammino Naturale dei Parchi, Cammino dei Monti e dei Santi) compresi tra le quattro regioni del sisma (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) sono percorsi capaci di ricostruire non solo luoghi fisici, ma anche comunità e identità. Da conoscere e attraversare a ritmo lento, per incontrare la natura, la storia, le leggende, l’arte, la spiritualità che hanno dato vita a un patrimonio unico.

Il Ministro del Turismo Santanché: ““Oggi, con la presentazione della guida ‘I Cammini della Rinascita’, avviamo un percorso di valorizzazione e rilancio del nostro straordinario Appennino centrale. Un territorio che, dopo la devastazione del sisma del 2016, merita di tornare a essere fiorente e vivo. Ed è proprio quello che sta succedendo, grazie anche al cambio di passo che, da due anni a questa parte, hapermesso una visibile accelerazione del processo di ricostruzione. Questa guida non è solo un compendio di itinerari, ma un invito a riscoprire la bellezza, la cultura e la spiritualità che caratterizzano queste terre. Il turismo lento rappresenta una strategia cruciale per la rinascita economica e sociale delle comunità colpite. Attraverso questi cammini, vogliamo ricostruire non solo le infrastrutture, ma anche i legami tra le persone e il loro territorio. Ogni passo che compiremo insieme lungo questi sentieri contribuirà a rigenerare l’identità e il patrimonio culturale di un’area che ha tanto da offrire.

Questo si unisce alla strategia del Ministero del Turismo, che ha investito e sta investendo significativamente sui cammini e sull’Appennino centrale, favorendo la crescita di questi territori e offrendo opportunità per le comunità locali e sistemi di sviluppo sostenibile. In questo modo, ancora una volta, valorizziamo l’importanza strategica dell’azione sinergica della filiera istituzionale e della governance multilivello. È solo col lavoro di squadra che si raggiungono grandi risultati. E, in questo caso specifico, che vede operare congiuntamente le istituzioni centrali e le Presidenze delle singole Regioni coinvolte, diamo vita a un modello virtuoso che può benissimo essere replicato sull’intero Appennino”.

Il Commissario Straordinario Castelli: “La ricostruzione dei territori del sisma 2016 deve avvenire con ‘metodo sinodale’. Ovvero, ‘camminando insieme’ anche al fine di realizzare le attività di riparazione economica e sociale. I ‘Cammini della Rinascita’ sono un emblema di questo percorso condiviso e di questa nuova idea di ricostruzione: non solo materiale, ma soprattutto civica e identitaria. Camminare non significa soltanto spostarsi: ma riconnettere luoghi e comunità, generare valore dove la fragilità è stata più acuta. Questo progetto nasce da un’intesa virtuosa tra Stato, Regioni e comunità locali per costruire un modello di sviluppo che tiene insieme bellezza, sostenibilità e lavoro. L’Appennino centrale può diventare una delle mete più avanzate d’Europa per il turismo esperienziale, capace di generare reddito, rafforzare le radici e dare forma a un nuovo futuro. Nei 70 posti tappa posti lungo i nove cammini del cratere, presso i quali i posti letto sono attualmente molto ridotti, contiamo che in breve tempo nasca una rete di accoglienza, sia presso le abitazioni dei residenti, sia attraverso la riconversione di strutture dedicate. Scommettere sulla ‘lentezza’ significa accelerare la rinascita
dell’Appennino centrale. Desidero ringraziare il Ministro Santanché e i Presidenti delle quattro Regioni
per il costante spirito di collaborazione e per l’impegno profuso per la riuscita di questo importante
progetto”.

Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria condividono una vocazione naturale a questa forma di viaggio lento, esperienziale e sostenibile. Una vocazione diventa strategia, grazie a un piano interregionale sostenuto da 47 milioni di euro messi in campo dalla Struttura Commissariale guidata da Guido Castelli, con l’obiettivo di trasformare la mobilità dolce in un modello stabile di sviluppo. Il più ingente investimento dedicato nel nostro Paese ai cammini ha l’obiettivo di valorizzare sentieri, borghi e cammini storici attraverso interventi per la sicurezza, l’intermodalità bici-trasporto pubblico, l’accessibilità universale e l’ospitalità diffusa. Le Marche guidano gli investimenti con 30 milioni di euro, seguite da Abruzzo, Lazio e Umbria con 5,6 milioni ciascuna, puntando a rafforzare le economie locali e l’accoglienza nei territori colpiti dal sisma. Valorizzare e strutturare i cammini che attraversano il cratere non è solo una necessaria opera a servizio del turismo locale: per queste aree dove attualmente i servizi dedicati ai visitatori sono limitati, sviluppare un sistema di cammini significa innescare processi di crescita della cultura dell’accoglienza tra gli abitanti locali e, soprattutto, porre le condizioni per fare in modo che questo tipo di turismo rafforzi l’economia legata all’ospitalità. Un turismo in grado di fornire reddito diretto ai residenti, che diventano protagonisti dell’economia territoriale.

Questo piano per i cammini si intreccia con appuntamenti di forte richiamo spirituale e culturale che coinvolgono particolarmente l’Appennino centrale: l’Anno Santo del 2025, gli 800 anni dalla morte di San Francesco nel 2026 e i 500 anni dell’ordine dei Cappuccini nel 2028. A questi si aggiunge la candidatura di Norcia a Capitale Europea della Cultura 2033, un simbolo e una sfida per l’intero territorio. Cammini, la crescita del turismo lento in Italia.

Sulla base del Dossier “Italia, Paese di Cammini” di Terre di Mezzo nel 2024, in Italia, si contano almeno 191.465 camminatori che hanno percorso i cammini, con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Questo dato tiene conto sia dei camminatori “certificati” tramite Credenziali (circa 122 mila) sia di quelli che non ritirano la Credenziale ma comunque partecipano al cammino. La prospettiva di crescita si conferma ormai da diversi anni: nel 2023 infatti erano stati certificati poco più di 101 mila camminatori, con una crescita continua dal 2017. I pernottamenti legati a questi cammini hanno superato 1,4 milioni nel 2024, con un aumento del 6% rispetto al 2023. Questo fenomeno coinvolge un numero crescente di itinerari e un turismo sempre più valorizzato sia a livello nazionale che internazionale, anche attraverso iniziative come “Cammini Aperti” che promuovono cammini storici e
spirituali tra cui quelli di San Francesco, San Benedetto e le Vie Lauretane, coinvolgendo regioni come
Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria. In sintesi, i fruitori dei cammini in Italia sono oggi
stimati intorno a 190-200 mila persone all’anno, con un trend in espansione costante.

 

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