Donne e lavoro, “In provincia di Teramo ancora disuguaglianze”
I dati diffusi dalla consigliera Brandiferri

Teramo. “Il Primo Maggio è un’occasione per onorare il valore del lavoro, ma anche per denunciare con forza le disuguaglianze ancora presenti”.
A dirlo la consigliera di parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri che analizza, in particolare, la situazione in provincia.
“Nella provincia di Teramo, il mondo del lavoro femminile continua a essere segnato da precarietà, discontinuità e mancanza di tutele concrete. I dati più recenti fotografano una realtà preoccupante: nel 2024 il tasso di occupazione femminile si attesta al 55,8%, ma la provincia ha perso oltre 5.400 posti di lavoro, di cui 4.700 riguardano donne. Aumentano le inattive (+3.300) e si riducono le possibilità reali per molte donne di rientrare nel mercato del lavoro in modo stabile e dignitoso. In particolare, tra le giovani under 30 si registra un crescente disincanto: molte non cercano più lavoro, scoraggiate dalla mancanza di opportunità reali o da un mercato che continua a relegarle in ruoli marginali.
I settori in cui le donne trovano occupazione restano confinati a basso reddito e poca crescita: servizi, assistenza, commercio, istruzione e sanità. A questo si aggiunge il divario salariale: le lavoratrici percepiscono mediamente meno dei colleghi uomini, con evidenti ripercussioni anche sulle pensioni. Le donne, spesso con carriere più brevi o part-time, percepiscono pensioni significativamente inferiori, con un impatto diretto sull’autonomia economica in età avanzata”.
“Non meno importante è il tema della sicurezza: troppo spesso le donne lavorano in contesti in cui la sicurezza fisica e psicologica non è garantita. Dalla mancata sorveglianza sanitaria alla violenza di genere sul lavoro, la tutela della salute e della dignità delle lavoratrici deve tornare al centro dell’agenda pubblica. Come Consigliera di Parità della Provincia di Teramo, ho ricevuto nel corso dell’ultimo anno solo 5 segnalazioni formali di abusi e discriminazioni nei luoghi di lavoro. Tutte donne che, pur avendo subito comportamenti inaccettabili, hanno scelto di non proseguire con una denuncia formale per timore di ritorsioni o isolamento professionale. Questo silenzio, spesso forzato, è la spia di un sistema ancora ostile verso chi alza la testa”.
“Mi batto ogni giorno per affermare che il lavoro delle donne non può essere considerato un’opzione marginale. È un diritto costituzionale e una risorsa fondamentale per il benessere e la crescita del territorio. È tempo che le politiche pubbliche siano all’altezza: più asili, più formazione, più controlli contro le dimissioni in bianco e contro ogni forma di discriminazione, dentro e fuori i luoghi di lavoro. È fondamentale anche creare una rete di fiducia che permetta alle donne di denunciare e ottenere giustizia. Basta compromessi. È ora di costruire un territorio dove il lavoro femminile sia riconosciuto, valorizzato e protetto”, conclude la consigliera Brandiferri.